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sabato 2 ottobre 2010

Terrore: fra allarmi, bin Laden fa l'ecologista umanitario

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 02/10/2010

Mentre nuovi brividi di insidie terroristiche inquietano l’Occidente, Osama bin Laden torna e parla da operatore umanitario ed ecologista globale. Altroché minacce di attentati: il fondatore di al Qaida ‘posta’ su un sito islamico un messaggio audio che critica i ritardi nei soccorsi agli alluvionati del Pakistan e sollecita azioni contro il cambiamento climatico. Un discorso socio-verde ecumenico, se non fosse che l’ideologo dell’integralismo si rivolge alla “nazione islamica”.

Il messaggio audio, 11 minuti circa, è corredato da immagini fisse di bin Laden e da foto di vittime della catastrofe in Pakistan mentre ricevono soccorsi. Naturalmente, i servizi d’intelligence stanno verificando se la voce che lancia un appello ai musulmani perché soccorrano gli alluvionati sia davvero quella del capo di al Qaida.

Se il nastro fosse autentico, sarebbe la seconda volta in meno di un anno che bin Laden evita di fare dell’attacco all’Occidente il perno di un suo intervento, privilegiando temi come il riscaldamento della Terra o la crisi economica. “Il numero delle vittime provocate dai cambiamenti climatici – dice - è grandissimo, superiore a quelle delle vittime delle guerre”.

La sortita umanitaria del capo terrorista è in controtendenza (e forse in risposta)rispetto alle voci, diffuse con insistenza negli ultimi giorni -e ribadite ieri dall'intelligence Usa-, della preparazione, sventata, di attentati simultanei in Gran Bretagna, Francia, Germania, e magari pure Spagna e Italia, con azioni del tipo di quella di Mumbai nel 2008. Notizie, sulla scorta di rivelazioni di ‘pentiti’, che andavano di pari passo con una serie di falsi allarmi, specie in Francia, a Parigi, dove la Torre Eiffel è stata evacuata due volte. Martedì scorso, s’era pure saputo dell’uccisione d’un capo operativo di al Qaida tra Afghanistan e Pakistan, Shaikh Fateh, uno yemenita raggiunto da un missile lanciato da un drone Usa mentre si spostava in auto nel Waziristan settentrionale.

La registrazione ora diffusa è la prima di bin Laden dal 25 marzo, quando aveva preconizzato l’uccisione di cittadini americani se Khalid Sheikh Mohammed, la ‘mente’ dell’11 Settembre, attualmente a giudizio negli Stati Uniti dopo la detenzione a Guantanamo, sarà condannato a morte. La data del nastro non è chiara: è comunque successiva alle inondazioni e alla fine del Ramadan, il 9 settembre, perché contiene espressioni d’augurio ai musulmani di tutto il mondo dopo il mese del digiuno.

Nel suo messaggio, bin Laden descrive la sorte di milioni di pakistani, “di bambini”, in particolare, dopo le disastrose alluvioni: “Non basta mantenere gli sforzi di aiuto sui livelli precedenti, bisogna consegnare tende, viveri e medicine”. E aggiunge: “Il cambiamento climatico colpisce la nazione islamica e causa grandi catastrofi nel mondo islamico”.

E’ evidente che al Qaida ‘cura’ il suo ‘collegio’, cioè l’area etnico tribale pashtun tra Afghanistan e Pakistan. Delle vittime delle inondazioni, la rete terroristica s’era già occupata in messaggi del suo numero due Ayman al-Zawahiri e del suo portavoce Adam Gadahn.

Le organizzazioni non governative islamiche furono più pronte del governo pachistano e anche degli organismi internazionali a reagire alla catastrofe. E c’è il timore che la tragedia incoraggi giovani pachistani ad ‘arruolarsi’ con i talebani e al Qaida.

Gli esperti danno della registrazione di bin Laden letture diverse: Noman Benotman, un ex affiliato di al Qaida che ora lavora per un think-tank anti-terrorismo, vi vede “un segno di disperazione” della Rete, che sarebbe alla ricerca di sostegno popolare. Leah Farral, un’esperta australiana, definisce il testo “ipocrita”: al Qaida non avrebbe mai fatto nulla per assistere le vittime di sciagure.

Nonostante le ripetute operazioni militari lanciate contro di lui dopo l’11 Settembre, bin Laden non è mai stato catturato: dato talora per malato e talora per morto, continuerebbe a nascondersi fra le montagne tra Afghanistan e Pakistan, conservando la capacità di ‘pubblicare’ messaggi video e audio, a partire dal primo, il 7 ottobre 2001, la vigilia del lancio dell’offensiva Usa in Afghanistan.

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