Scritto per Il Fatto Quotidiano del 01/10/2010
‘Silvio, the survivor’, il sopravvissuto, prigioniero di “un’alleanza senza amore” con Gianfranco. The Economist ha idee chiare sulla politica italiana: l’unione tra Berlusconi e Fini “è in brandelli: dormono in letti separati, ma, per ragioni di convenienza, sotto lo stesso tetto”. Economist a parte, la stampa estera è in genere confusa, dopo il voto di fiducia al governo della Camera bissato ieri al Senato. L’FT, come molti altri media britannici, rileva che il premier “sopravvive al voto di fiducia, ma dipende dai ribelli”, cioè dai Finiani. FT segnala la “fragilità della coalizione”, e dubita che completi il mandato. La Bbc, invece, scrive che “il risultato basta a tenere Mr B in piedi fino alla fine della legislatura”. Il Telegraph, che evoca le accuse a Berlusconi “d’avere comprato sostegno con denaro e favori”, cita il professor James Walston, quello dell’ “Italia bordello”, secondo cui lo scontro tra Mr B e Fini “affascinante come la saga Blair-Brown”. La stampa francese, Le Monde in testa, è tutta fattuale: Les Echos definisce “consensuale” il discorso del premier; e solo Nouvel Obs nota che i Finiani, “i dissidenti”, sono stati determinanti. In Spagna, El Pais, che parla di “fiducia condizionata”, Abc, El Mundo insistono tutti sul peso di Fini e dei suoi. Il WSJ va più sul concreto che sul politico: “Il Governo Berlusconi sopravvive a voto chiave, ma non ha la maggioranza per misure che ravvivino l’economia in stallo” (notizie pure su Ap, NYT, vari siti Usa).
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