Scritto per il Blog e per Il Fatto Quotidiano del 11/05/2011
Sul sito dell'Fbi, il nome di Osama bin Laden non e' stato (ancora) cancellato, dalla lista dei 'super - ricercati', i 'most wanted'. Ma, accanto al nome del fondatore e capo della rete terroristica al Qaida, c'e' la dizione 'deceased', 'defunto', come a dire 'questo ce lo siamo tolto di torno'. L'uccisione di Osama, lo sceicco del terrore, cambia la mappa dei latitanti d'America (e del Mondo). Riviste, come Forbes o Time, compilano classifiche che danno l'impressione giornalistica di un cambio della guardia nelle priorita' della sicurezza internazionale: narcotrafficanti e mafiosi, anche italiani, in vetta alla lista, al posto dei terroristi.
Ma l'Fbi e la Cia, che badano al sodo e non guardano al titolo, hanno una linea più conservativa. Se usiamo l'entita' della taglia, come criterio oggettivo per valutare la pericolosita' percepita dei ricercati, vediamo che la cricca di al Qaida continua a dominare la scena. Exit Osama, con un risparmio di 25 milioni di dollari -la taglia non sara' pagata, e' stato detto, a tacitare voci di soffiate e tradimenti-. Resta, 'quotato' come lui, il suo vice e probabile successore, Ayman al-Zawahiri, un medico egiziano, figura meno carismarica e fisicamente meno ieratica, ma ideologicamente molto preparato. Poi, con un taglia di 5 milioni, alcuni 'alqaidisti' di vecchio corso, yemeniti ritenuti responsabili dell'attacco al cacciatorpediniere Cole (17 morti nell'autunno 2000, all'ingresso nel porto di Aden), libanesi considerati protagonisti d'un dirottamento aereo nel 1985, un presunto 'bombarolo' nel 1998 delle ambasciate Usa di Nairobi e Dar-es-Salam. Vale un milione una soffiata che conduca ad Adam Gadahn, lo jihaddista americano, portavoce californiano –strano, ma vero- di al Qaida.
In questa 'hit parade' ufficiale, il primo non integralista islamico e' quotato 'solo' 250mila dollari: e' Daniel Andreas SanDiego, un integralista dell'animalismo, una cui azione salvo' cavie, ma fece due vittime umane. Per l'intelligence americana, come per la polizia federale Usa, l'uccisione di Osama non cambia, dunque, almeno a caldo, la percezione della minaccia. Ma, da tempo, Hollywood e le serie tv sono alla ricerca di cattivi alternativi al terrorista mediorientale, cosi' tutto d'un pezzo nel suo fanatismo da avere poco 'appeal' come personaggio. E, allora, mentre Time si contenta di mettere Osama in prospettiva storica -fra i più grandi criminali di tutti i tempi, o fra le ‘primule rosse’ dai covi meglio protetti (fino al 1o maggio)-, Forbes mette 'il Corto' in testa alla sua classifica mondiale dei 10 'most wanted': Joaquin Guzman, detto 'El Chapo' -e' basso di statura-, sanguinario narcotrafficante messicano. Subito dietro, il criminale indiano Dawood Ibrahim, che collabora anche con organizzazioni terroristiche (c'era il suo zampino negli attacchi a Mumbai del 2008, oltre 190 vittime). Forbes non dimentica al-Zawahiri, tra mafiosi nostrani come Matteo Messina Denaro, capo di Cosa Nostra dopo l'arresto di Bernardo Provenzano, e pendagli da genocidio africani.
Liste ufficiali e classifiche stampa hanno un dato in comune: non lasciano spazio a 'post sovietici’. I cattivi per antonomasia di James Bond e di AirforceOne sono ormai icone del passato.
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