Scritto per Il Fatto Quotidiano del 26/05/2011
Tutti i Grandi a Deauville, dove, oggi e domani, va in scena il più grande spettacolo annuale della politica internazionale. No: il cinema, che a Deauville è di casa, per via del Festival, non c’entra. L’evento è il G8, l’appuntamento dei Potenti del Mondo, un po’ offuscato, da due anni in qua, dal G20, ma sempre capace di mobilitare l’attenzione della stampa di tutto il Pianeta. Per cosa, poi, staremo a vedere, perchè sull’agenda del presidente statunitense Barack Obama e dei suoi colleghi –ci sarà pure Mr B- ci sono tutte le sfide del momento, la lenta uscita dalla crisi economica e l’impatto della tragedia nucleare giapponese sulle prossime scelte energetiche, la scia della primavera araba e come conciliare speranze democratiche e attese economiche. E le misure di sicurezza eccezionali ricorderanno a tutti successi e insidie della lotta contro il terrorismo. L’Europa preconizza « risposte ambiziose », ma già aspettarsi risposte pare ottimista, a meno di non accontentarsi della sommatoria degli aiuti al Nord Africa e al Medio Oriente (nella serie, noi vi diamo un po’ di soldi e voi ve ne state a casa vostra e non venite in troppi a casa nostra). Il presidente americano s’è allenato alla partita dei Grandi, ridotta ad avanspettacolo della finale di Champions, giocando a ping pong e cucinando hamburger con il premier britannico Cameron e declinando con lui, sulla Libia come sul domino dei satrapi, la relazione tra Usa e Gb che non è più solo speciale, ma anche essenziale. Obama, pero’, mastica un po’ amaro per l’ennesimo no incassato dal premier israeliano Netanyahu. Magari, quando, come anticipa Michelle, il presidente sarà una donna, gli israeliani le diranno di si’.
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