P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

sabato 7 maggio 2011

Osama ucciso: tutti chiedono a Obama le foto del trofeo

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 07/05/2011

Se c'era un dubbio, e non c'era, sulla morte di Osama bin Laden, adesso e' stato fugato: la Jihad piange il leader ucciso e gli giura vendetta. Ma il grido di battaglia degli integralisti, che suona minaccia ("America maledetta"), non sovrasta la domanda di verita' e di chiarezza che le Nazioni Unite e la comunita' internazionale rivolgono a Barak Obama. Anche l'AP, la più grande agenzia stampa mondiale, chiede al presidente d'osservare la legge degli Stati Uniti.

Mentre dall'analisi del o dei pc -pure questo non e' chiaro- del capo di al Qaida emergono i preparativi di attentati ai treni in diverse localita' Usa nel decennale dell'11 Settembre, fra quattro mesi, il Village Voice on line racconta che l'Associated Press non accetta la decisione di Obama di non diffonderà le foto del cadavere di Osama e lancia una sfida alla Casa Bianca: chiede che quelle immagini, assieme al video girato dagli uomini delle Navy Seals e a quello del funerale in mare, siano mostrate al pubblico.

La Ap, che e' un'azienda totalmente privata, una cooperativa fra i quotidiani Usa, invoca il rispetto, anche da parte dell'Amministrazione,, della legge sulla libertà e la trasparenza dell'informazione, il 'Freedom of Information Act', o 'Foia'. Ma, attenzione!, a norma di legge non e' certo che la Casa Bianca e la Cia siano tenute a rispettare la legge: pare un gioco di parole, ma non lo e'. Anzi, proprio l'Amministrazione e le agenzie federali, il Pentagono e l'intelligence, afferma Scott Hodes, avvocato specialista in questioni relative ai limiti del diritto di cronaca, possono benissimo costituire delle eccezioni, rispetto ai doveri cui sono tenuti altri soggetti. "Lo status legale di quelle foto è quanto meno incerto", sostiene Hodes.

La Ap, nel motivare la richiesta, va, pero', dritto al cuore di Obama: sottolinea che "questo presidente ha sempre amato definirsi il più trasparente della storia degli Stati Uniti, il più rispettoso della legge sulla libertà di stampa. Molto più di quanto non fu in passato la presidenza Bush". E, adesso, vorra' mica smentirsi, dopo avere gia' faticato a smarcarsi dal suo predecessore su Guantanamo e su alcune pratiche poco esemplari dei servizi segreti.

La strada legale alla pubblicazione delle foto e di altri documenti sul raid di domenica ad Abbottabad sembra, comunque, impervia, nonostante che anche ex e futuri avversari, come Donald Rumsfeld e Sarah Palin, partecipino al coro di chi vuole vedere il volto del nemico, bin Laden, straziato dai colpi, un' immagine definita "raccapricciante", dai pochi che l'hanno davvero vista. Il dibattito politico, non mediatico, sarebbe ora feroce, se Obama, mercoledì, non l'avesse troncato decidendo che foto e documenti restino, per ora, nei cassetti della Cia: "Non esibiamo segreti" (e neppure sveliamo segreti magari scomodi).

Certo, le pressioni per ritornare sulla decisione presa sono forti: l'AP, ma anche gli esperti di diritti dell'uomo dell'Onu, secondo i quali "il comportamento degli Usa nella lotta al terrorismo finisce per fare da paradigma" per altri Paesi e per casi futuri e deve quindi essere ed apparire al di sopra di ogni sospetto. E dall'Italia si fa sentire Nessuno tocchi Caino.

Nella serie delle verita' distillate un poco alla volta, il WP racconta che la Cia sorvegliava da mesi la casa dove viveva il capo terrorista ed aveva ad Abbottabad una base ora chiusa. Se e' vero, e' uno smacco in più per l'intelligence pachistana. Nella serie delle bufale, c'e' la storia che racconta un giornalista pachistano: Osama era morto da giorni, per cause naturali, quando e' scattato il raid. E nella serie 'repetita iuvant', Obama insiste che Osama ha ricevuto sepoltura degna e rispettosa.

Intanto, i droni sono tornati a compiere azioni letali nel Waziristan, in Pakistan (8 morti) e nello Yemen (2 morti). Con il rischio di ulcerare ultriormente le relazioni tra Usa e Pakistan, in un venerdì segnato da manifestazioni anti-americane in molte localita' dell'Islam, in attesa che Osama il morto torni a parlare: al. Qaida ha un suo messaggio audio, registrato -pare- una settimana prima del raid fatale.

Nessun commento:

Posta un commento