Scritto per Il Fatto Quotidiano del 08/05/2011
L'Amministrazione Obama solleva un velo sui misteri del raid del 1o maggio, in cui e' stato ucciso Osama bin Laden. Anche sotto la spinta dell'opinione pubblica, il Pentagono diffonde alcuni video sequestrati nel bunker di Abbottabad: e' materiale giudicato "importantissimo", la prova che Osama era ancora il capo e la mente della rete terroristica al Qaida.
In un briefing con i giornalisti fonti della difesa degli Stati Uniti definiscono i video trovati nel covo "il più significativo" sequestro mai realizzato nella lotta contro il terrorismo. Essi mostrano, fra l'altro, momenti di vita quotidiana nella casa bunker di Abbottabad: in uno il fondatore di Al Qaida compare mentre passeggia, in un altro mentre guarda la televisione, in un altro ancora nell'atto di indossare la tunica e il copricapo tradizionali. In una sequenza, Obama e' intento a visionare un suo stesso filmato, come se stesse studiando il modo migliore per realizzare un nuovo messaggio. In un altro frammento, su un monitor su cui la mente degli attentati dell'11 Settembre sta analizzando dei filmati compare, per una frazione di secondo, una foto del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, apparentemente inserita in un servizio di una tv araba. L'immagine di Obama e' accanto a quella di un giovane Osama, mentre il capo di al Qaida, seduto a terra, sta lavorando con il telecomando come per cercare il 'montaggio' ideale. Il video è stato chiaramente girato da un'altra persona, cui Osama si rivolge dandogli consigli sulla ripresa.
Sulla base del materiale trovato ad Abbottabad, l'intelligence militare americana pare convinta che Osama avesse il pieno controllo "strategico e operativo" di Al Qaida. Non solo, quindi, un simbolo o un punto di riferimento ideologico, una figura carismatica, ma un vero e proprio capo, anche se i filmati offrono l'immagine di un terrorista baby pensionato a 54 anni. Se cosi' era davvero, il covo in Pakistan, non lontano da un'accademia militare e a meno di 100 km dalla capitale Islamabad, non era un semplice rifugio, ma fungeva da vero e proprio "centro di comando attivo", pur se privo di telefono e di internet.
Nell'annunciare la diffusione dei video, le principali tv Usa, citando fonti dell' Amministrazione, afferrmano che il materiale ora reso pubblico dovrebbe mettere a tacere "una volta per tutte" le polemiche sulla mancata pubblicazione delle foto del cadavere di Bin Laden e della sequenza della sepoltura in mare. In realta', i video nulla dicono sulle circostanze del raid e dell'uccisione di Osama, ne' della sepoltura; e neppure svelano i misteri sulla latitanza del terrorista, che sarebbe prima vissuto, dal 2003, in un villaggio non lontano da Abbottabad e poi in citta', senza che nessuno mai lo notasse. Il capo di al Qaida, malato di reni, non si sarebbe mai sottoposto a dialisin come invece ipotizzava la Cia, ma, secondo la moglie, si sarebbe curato da solo "mangiando angurie".
E mentre il blitz Usa ha aperto una grave crisi nei servizi segreti pachistani, oltre che tra Washington e Islasmabad, in Afghanistan i talebani lanciano un'offensiva di kamikaze su Kandahar: ore di esplosioni, combattimenti, terrore, ma, a conti fatti, gli attacchi sono un flop.
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