Scritto per Il Fatto Quotidiano del 01/05/2011
Una volta, per determinare la superiorità di un popolo, o di un paese sull'altro, senza stare a farsi una guerra sanguinosa e rovinosa, c'era il metodo Orazi / Curiazi, oppure il ricorso alla tenzone, o ancora, in tempi più moderni, la conta delle medaglie vinte alle Olimpiadi o dei premi Nobel messi in fila. Gran Bretagna e Francia, che dai tempi di Napoleone non si fanno più la guerra -Wellington e Nelson, Waterloo e Trafalgar, due a zero per Sua Maestà-, sfogano, oggi, la loro perenne rivalità di potenze europee un po' appannate, ma pur sempre con diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu, in una battaglia, furibonda quanto incruenta, di gossip sulle rispettive ‘premieres dames’ (ma gli inglesi, che hanno la puzza sotto il naso della monarchia, mettono in campo una ‘junior’, perchè la regina, Dio la salvi, è fuori concorso e la riserva Camilla è mediaticamente improponibile).
Allora, ecco il matrimonio in mondovisione di Kate, che adesso che è duchessa di Cambridge, dovremmo chiamate Catherine per intero, giocato contro la gravidanza senza conferme, ma pure senza smentite, di Carlà, con l'accento da quando è sposata con Sarkò, Caterina dei Medici versione XXI Secolo. Kate, la studentessa, la borghesuccia, la sposina, regge benissimo la sfida, ben assecondata da William, che avrà meno capelli di Nicolas –e meno potere-, ma è un ragazzone che fa simpatia. La coppia britannica che un giorno sarà reale sa stare al gioco del gossip planetario: azzecca il mistero ben custodito del vestito nuziale; il bacio -pudicamente telegenico- sul balcone più carico di storia al mondo in servizio, dopo quello dell' ‘habemus papam’; la finta ‘fuga’ in auto da sposi novelli; la festa a palazzo fino alle tre di notte (ma le stelle sono i fratelli minori, Harry e Pippa, su cui si vocifera già...); infine, il rinvio a sorpresa della luna di miele.
Li davano in partenza per Giordania, Kenya, Seychelles, Australia, o una villa in Lucchesia; oppure, per tutti questi posti insieme. Invece, loro riescono a stupire: restano a Londra e si fanno fotografare a spasso per i cortili di Buckingham Palace, lei con la gonnellina corta (non troppo), lui a suo agio in giacca sportiva e camicia senza cravatta. C’è la crisi, il Paese è in guerra (in Libia, con noi), William è un militare e il dovere lo chiama: la luna di miele può attendere –così, quando la faranno, magari, saranno più tranquilli e meno inseguiti ovunque da paparazzi e ‘gossippari’-. Per riprendersi dalle emozioni del matrimonio, che dev’essere stato un bello stress, con il labiale su ogni sillaba, Kate e Will si regalano 48 ore di relax e intimità in un castello del Regno Unito. Martedì, come tutti i suoi sudditi, cui il ‘royal wedding’ è valso un week-end più lungo d’un giorno, il tenente pilota William Wales si presenterà alla base della Raf di Anglesey, nel Galles, per una serie di missioni con i suoi compagni d'armi del 22.o Squadron 'C' . E Kate lo aspetterà a casa, mettendo in ordine l’album delle foto del matrimonio –perfette, quelle ufficiali- e, magari, scoprendo sulla stampa britannica, che in pettegolezzi è fortissima, tutto quello che vorreste sapere sulla gravidanza di Carlà. Vero o falso che sia.
domenica 1 maggio 2011
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