Scritto per Il Fatto Quotidiano del 24/11/2011
Angela Merkel è uno di quei milioni di cittadini tedeschi che convivono con la consapevolezza e il ricordo di un doppio passato totalitarista: quello nazista, che non appartiene loro direttamente (la Merkel è del 1954), ma alla storia del loro Paese e ai loro padri; e quello comunista, che lei, nata all’Est cittadina della Rdt e ‘riunificata’ alla Rfg solo dopo la caduta del Muro nel 1989, quando già aveva 35 anni, ha sperimentato in prima persona. Colpisce, dunque, ma non stupisce che la cancelliera, nel discorso al Bundestag consacrato ai problemi di bilancio, in una fase di crisi dell’economia mondiale e dell’Unione europea, trovi il modo e il tempo per denunciate l’inquietudine sua e del popolo tedesco di fronte alla “ perversione neonazista”: la Germania –ha detto- è "indignata dalle notizie sconvolgenti" sugli omicidi commessi dalla rete terroristica di estrema destra Clandestinità nazionalsocialista.
Alla denuncia del ritorno dei fantasmi del passato, violenza e razzismo, la Merkel ha dedicato le prime battute dell’intervento sulle previsioni di bilancio per il 2012: un discorso nel segno della crisi del debito che tiene in ansia l’Europa e fa pesare sulla Germania, economia leader dell’Ue, una responsabilità particolare. E proprio la crisi e l’incertezza sul futuro dei giovani riaccendono, dalla Scandinavia alla Grecia, persino nel Benelux un tempo modello d’integrazione e moderazione, e anche in Gran Bretagna, Francia, Italia, nei Paesi dell’Est fino a vent’anni fa comunisti, fermenti di xenofobia e di razzismo, d’intolleranza e di violenza. Più ancora dei sacrifici e del calo del tenore di vita, questa è la conseguenza peggiore della crisi economica e finanziaria: la perdita, o almeno la rarefazione, dei valori della solidarietà e dell’integrazione.
Cristiano-sociale, la cancelliera questi valori li porta dentro, anche se non sempre è sollecita nel praticarli, quando si tratta di soccorrere con risorse tedesche partner europei –ma quello è tutt’altro discorso-. Parlando con tono grave, vestita di nero, la Merkel ha elencato, di fronte ai deputati del Bundestag in silenzio, tutte le dieci vittime dei neonazisti. "La perversione del pensiero e dell'azione” neonazista “non inquieta solo me – ha detto - ma sconvolge i cittadini". E ha aggiunto: “Prendiamo molto sul serio il pericolo e studiamo tutti i possibili strumenti contro l'estremismo di destra, fino alla possibilità di vietare il partito". In Germania, è aperta, infatti, la discussione sulla messa al bando dell’ NPD. "Dobbiamo evitarci il rimprovero –è una preoccupazione della cancelliera- di essere stati ciechi": critiche sono state mosse agli organi della sicurezza e alle istituzioni, che ritengono che il fenomeno neonazista sia assolutamente circoscritto (ma, evidentemente, non sotto controllo).
Da una delle inchieste in corso, escono retroscena misteriosi sull'omicidio della giovane poliziotta Michele Kiesewetter da parte di un trio di neo-naziste: due si sono suicidate, la terza è in prigione dopo essersi costituita. Secondo l'antiterrorismo tedesco, l'omicidio della poliziotta sarebbe il frutto di legami oscuri tra il patrigno della giovane e la galassia estremista nell'Est della Germania: intrecci di relazioni personali e rivalità commerciali. Tra il 2000 ed il 2007, i neo-nazisti hanno ucciso per motivi razzisti nove cittadini turchi ed un greco.
La Merkel ha chiuso l’attacco anti-nazi del suo discorso avallando la decisione del Ministero della Giustizia di risarcire le famiglie delle vittime, che il presidente della Repubblica federale Christian Wulff incontrerà per testimoniare loro la solidarietà di tutto il Paese.
Poi, bando all’emozione e vai con l’Europa, alla vigilia del triangolare di Strasburgo con Monti e Sarkozy: sì a una riforma dei Trattati e una Unione anche fiscale; la Bce resti indipendente; e gli eurobonds così come proposti non funzionano, mentre una Tobin Tax è “la risposta giusta”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento