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giovedì 10 novembre 2011

Ue-Italia: Monti e gli altri che possono piacere all'Europa

Scritto per L'Indro lo 09/11/2011

Un tecnocrate che sappia d’economia e capisca di politica ma non ne giochi (troppo) i giochi, che abbia capacità manageriali e che sia più preoccupato di fare bene che di risultare popolare: questi sono alcuni tratti dell’identikit dell’italiano che l’Unione europea, la Bce e, in genere, le istituzioni finanziarie internazionali, ma anche i nostri partner, vedrebbero volentieri alla guida dell’Italia dopo Silvio Berlusconi. Un elemento d’apprezzamento supplementare deriverebbe dalla conoscenza, meglio se per esperienza diretta, delle dinamiche comunitarie e delle organizzazioni internazionali.

Una figura del genere andrebbe bene non solo all’Italia, ma a tutti i Paesi alle prese con la crisi del debito: infatti, la Grecia è alla ricerca di una personalità con queste caratteristiche per guidare il governo dopo Giorgio Papandreu. L’identikit è abbastanza generico da adottarsi a numerose personalità, anche se calza a pennello al neo-senatore a vita Mario Monti, Presidente dell’Università Bocconi, in pole position in tutte le ipotesi di Governo tecnico di larga intesa. Monti è stato due volte Commissario europeo: prima al mercato interno e poi alla concorrenza dal 1994 al 2004 e, recentemente, è stato incaricato dall’attuale Presidente dell’Esecutivo comunitario José Manuel Barroso di redigere un rapporto, consegnato all’inizio dell’anno, sul completamento del mercato interno.

Ma quello di Monti è solo uno dei nomi possibili. Altri che hanno caratteristiche analoghe possono essere Mario Draghi, ovviamente, ma il recentissimo insediamento alla presidenza della Bce, la Banca centrale europea, sembra escluderlo; o ancora Romano Prodi, che come Presidente del Consiglio portò l’Italia nell’euro e, poi, come Presidente della Commissione europea, assistette alla nascita dell’euro e gestì l’allargamento a Est dell’Unione.

Altri alti funzionari o economisti che potrebbero rispondere, almeno in parte, all’identikit sono Arrigo Sadun, direttore esecutivo per l’Italia del Fondo monetario internazionale, una personalità designata da un Governo di centro-destra, o PierCarlo Padoan, attualmente capo economista dell’Ocse, l’organizzazione con sede a Parigi per la cooperazione e lo sviluppo economico, predecessore di Sadun al Fondo -lui designato da un Governo di centro-sinistra-;o ancora Fabrizio Saccomanni, Direttore Generale della Banca d’Italia, già Vice-Presidente della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, uno dei potenziali successori di Mario Draghi a Governatore - la scelta è poi caduta su Vincenzo Visco, un altro che andrebbe bene, se non fosse per il nuovo incarico -. Fra i manager, viene in mente il nome dell’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, che alle capacità manageriali affianca quelle diplomatiche.

Fra i politici che rispondono all’identikit,oltre a Prodi, vi sono in ordine alfabetico Giuliano Amato, Emma Bonino e lo stesso Giulio Tremonti. Amato fu il Presidente del Consiglio di una prima drastica manovra, allo snodo tra la prima e la seconda Repubblica tra il 1992 e il ’93, oltre a essere stato più volte ministro del tesoro, ed è poi stato co-presidente della Convenzione europea (2001-2003), da cui uscì una bozza, poi abortita, di Costituzione europea. Emma Bonino, commissaria europea dal 1994 al 1999, in tandem con Monti, è ancora ricordata a Bruxelles per la sua energia e la sua dinamicità ed è uno dei pochi politici italiani che pronuncia senza fastidio la parola federalismo riferita all’Europa -le manca, però, una vocazione economica.

Giulio Tremonti, infine, è senz’altro il Ministro del Governo Berlusconi più stimato e più apprezzato dai suoi colleghi europei ed è anche l’unico assiduo alle riunioni a Bruxelles e a Lussemburgo dell’Eurozona e dell’Ecofin. A contendere la pole position a Monti ci sarebbe stato Tommaso Padoa-Schioppa, Direttore generale della Dg economia e finanza della Commissione europea e primo membro italiano del board della Bce, prima di essere Ministro dell’economia. Ma Tommaso Padoa-Schioppa, un europeista convinto, è improvvisamente scomparso un anno fa, lasciando un vuoto di competenza e di professionalità.

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