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giovedì 17 novembre 2011

Ue: Italia, sollievo globale, Monti fai presto o la crisi ci prende

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/11/2011

Nell’Europa ‘a rischio sistemico’ di default e di implosione, tutti vanno di corsa, per evitare che tutto precipiti:: pubbliche o riservate, le attestazioni di stima e di apprezzamento per il governo Monti cominciano ad arrivare mentre ancora le agenzie di stampa stanno battendo la lista dei ministri. Il presidente Napolitano coglie subito “un clima positivo”, perché “l’Europa manda buoni segnali”. Al Quirinale, sono confluiti in questi giorni molti messaggi per Monti. Una fonte dice: “Tutti lo vogliono vedere, hanno fretta di incontrarlo”. E, infatti, l’agenda del premier è già fitta di incontri da perfezionare nei tempi, ma sicuri: a Bruxelles, con Sarkozy e con la Merkel.

Il primo contatto diretto con i vertici europei dopo il giuramento da presidente del Consiglio nel pomeriggio e' al telefono con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy. Ma il primo messaggio europeo ‘pesante’ viene dal presidente francese Nicolas Sarkozy: una lettera in cui si afferma che la Francia è pronta “a cooperare strettamente” con il Governo italiano. “Le settimane a venire saranno decisive. Insieme, ce la faremo”. Anche la Merkel, che si aspetta da Monti “riforme”, vuole vederlo presto.

Una fonte diplomatica spiega a Il Fatto che Parigi desidera un ritorno in forze dell’Italia sulla scena europea: il direttorio franco-tedesco è una realtà, ma, nel direttorio, la Germania pesa più della Francia. Se il rapporto fra i grandi dell’Unione diventa triangolare, Parigi con l’aiuto di Roma può riequilibrare il dialogo con Berlino.

Ora, però, c’è da tirarsi fuori dai guai. Che non sono solo greci e italiani, Jean-Claude Juncker, presidente dell’eurogruppo, dice che “il governo Monti è una buona notizia per l’Italia e per tutta l’eurozona”. E, per fare capire che nessuno è fuori pericolo, segnala, al quotidiano tedesco General Anzeiger, che Berlino vede la trave nell’occhio del vicino, ma non la pagliuzza nel proprio, perché “Il debito tedesco è più alto di quello spagnolo, ma in Germania nessuno vuole sentirne parlare”.

Per Van Rompuy, l’uscita della Grecia dall’euro porterebbe “a scenari disastrosi”; e non parliamo di quella dell’Italia. Lui e il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso dipingono al Parlamento europeo un quadro fosco, proprio mentre, invece, da Roma e da Atene vengono segnali buoni: Monti forma il governo e s’insedia; il nuovo premier greco Lucas Papademos, per molti versi simile al professore italiano, ottiene la fiducia sul programma anti-crisi presentato lunedì con un voto che è quasi un plebiscito, 250 sì su 300 votanti.

Dai mercati, vengono, però, segnali più contraddittori. In un twitter, l’economista Nouriel Roubini si rallegra con Monti per avere formato “in poco tempo un governo serio, tecnico, competente e affidabile”, ma avverte che “le sfide sono formidabili”, tanto più che c’è alta tensione sui titoli di Stato europei, specie francesi. La tripla A transalpina è appesa a un filo, lo spread italiano non si riduce in modo sensibile –resta a quota 500-, le borse vanno un po’ su un po’ giù “e persistono problemi di liquidità gravi per le banche italiane”. Un altro economista, Jean-Paul Fitoussi, tende, invece, a dare tempo a Monti, perché “i mercati non sono la bussola” –Van Rompuy ne giudica le reazioni “eccessive”-.

Al Parlamento di Strasburgo, Barroso dice che “la crisi è sistemica” e che servono “misure aggiuntive”. E Van Rompuy insiste sulla necessità di una condivisione di sovranità. La Merkel è pronta: vuole una riforma dei Trattati. Van Rompuy promette “idee” su come farlo entro giugno, ma Barroso non s’illude che questa sia una risposta “a breve”: invita a una sorta di ‘patrimoniale’ europea e prepara una proposta di eurobond. Pure il presidente Obama, da Washington, si fa sentire: è profondamente preoccupato dalle turbolenze nell’eurozona e chiede agli europei “di sostenere il loro progetto”.

La soluzione della crisi italiani suscita echi politici nell’Assemblea comunitaria. David Sassoli, presidente degli eurodeputati del Pd, giudica la squadra di Monti “dalla forte impronta europea, autorevole e innovativa”. Mario Mauro, capofila Pdl, fa, invece, “prove di grande centro” con un riavvicinamento europeo tra Pdl, Udc e Fli: “Faremo da battistrada” –annuncia- a quanto potrà avvenire in Italia.

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