P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

sabato 5 novembre 2011

Usa-Italia: Calingaert, rapporti tra Paesi buoni, danni non gravi

Pubblicato da L'Indro dello 08/11/2011

“Il rapporto personale fra due leader dipende dall’intesa che si stabilisce fra di loro, se vanno d’accordo o meno. Certamente, le personalità di Bush e Berlusconi erano fra di loro più vicine che quelle di Obama e Berlusconi. M’immagino che Obama sia più a suo agio con una personalità come quella di Napolitano”, senza però travalicare i confini delle competenze istituzionali e senza che neppure venga meno il rapporto tra Amministrazioni. Un’impressione confortata, tempo fa, dall’invito a prendere un te alla Casa Bianca giunto al presidente italiano, quando Obama voleva farsi un’idea di come vanno le cose in Italia e in Europa.

Michael Calingaert, un americano che conosce da vicino l’Italia e che le vuole bene, parla a Il Fatto come ricercatore presso la Brookings Institution di Washington , uno dei più prestigiosi ‘think tanks’ mondiali, ma è anche vice-presidente esecutivo del Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti dopo essere stato a lungo un diplomatico del Dipartimento di Stato, fra l’altro responsabile economico presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma.

Da diplomatico esperto, Calingaert non fa proprie alcune impressioni su Berlusconi che si possono cogliere a Washington, a registratori spenti e taccuini chiusi, quando il premier italiano ne combina una delle sue: ”Un personaggio poco serio, le cui sortite, proprio per questo, non contano molto e, talora, non meritano neppure risposta”.

La valutazione di Calingaert è misurata: “Berlusconi ha dominato la scena politica italiana in un modo che nessun altro nel Secondo Dopoguerra … Con Bush c’era un rapporto certamente buono, ma non ci sarebbe stato se Berlusconi non ne avesse appoggiato la politica al 100 per cento. Obama è una personalità diversa ed è stato anche criticato per non avere curato i rapporti personali con i leader stranieri. Però è normale che abbia più a che fare con altri Paesi con un ruolo più importante sulla scena europea e su quella economica … Logico che Obama guardi, in Europa, prima a Francia, Germania e Gran Bretagna che all’Italia”.

Per Calingaert, “il discorso sulla perdita di peso dell’Italia, agli occhi degli Stati Uniti, è relativo. Se facciamo un confronto con gli Anni Settanta o gli Anni Ottanta, quando non contava e non era neppure considerata interessante, l’Italia è molto salita nella considerazione degli americani, nel senso che gode di eccellente reputazione, tutti ne parlano bene, tutti la vogliono visitare … Se vuoi vendere caro qualcosa, dici che viene dall’Italia o meglio ancora dalla Toscana e lo piazzi bene … “.

D’accordo, questo rispetto a trent’anni or sono. Ma se il confronto lo facciamo in un ambito più ristretto?

“Sul piano politico, da molto tempo non ci sono grandi difficoltà tra Italia e Stati Uniti. E i governi italiani hanno sempre avuto atteggiamenti molto positivi verso l’America: ogni governo punta a essere amico, anzi il più amico, degli Stati Uniti …. C’è stato, però, un momento speciale, un caso specifico, in cui Washington trattò Roma con particolare riguardo: all’epoca della guerra in Iraq, quando l’Europa e gli alleati si divisero sul conflitto, per l’Amministrazione Bush era importante avere l’Italia in squadra e quindi l’Italia, che mandò in Iraq i suoi uomini, venne tenuta in alta considerazione … Altrimenti, è difficile trovare un momento in cui l’Italia sia più vicina o più distante, politicamente, dagli Stati Uniti”, a parte gli incidenti di percorso rappresentati, volta a volta, dalla tragedia del Cermis o dall’uccisione di Calipari, dal sequestro di Abu Omar o dai cablo di Weakileaks …

L’Italia soffre di un ‘complesso di Calimero’, in questo suo sentirsi trascurata?

“In Italia, c’è sempre stata una dose d’autocritica forte e una tendenza ad esagerare i problemi … Che l’Italia non sia vista allo stesso livello di Francia, Germania e Gran Bretagna, indipendentemente da quale sia il suo governo, dipende soprattutto dalla potenza militare messa in campo e, in questo senso, l’Italia, che dà un forte contributo alle missioni di pace, può avvertire che il suo contributo sia stato sottovalutato”.

I danni ai rapporti Italia/Usa innescati dai problemi di personalità del premier Berlusconi sono irreparabili?

"A livello di rapporti tra Stati, non vedo né problemi, né contrasti. Quindi non parlerei certo di danni irreparabili. Gli interessi reciproci fra i due Paesi restano inalterati e la coincidenza di visione e di valori resta pure … Prima o poi ci sarà un nuovo premier” e magari un nuovo presidente. E chi lo sa quale verrà prima.

E a livello di imprenditori? Il Consiglio per le relazioni fra Italia e Stati Uniti è un eccellente osservatorio…

“Il Consiglio non si occupa di politica, ma mi sembra che negli anni di molto cresciuta la preoccupazione per la situazione economica italiana e il clima degli investimenti … Il settore privato italiano è molto cosciente della gravità della situazione … Il mondo cambia e con la globalizzazione e l’avvento della crisi economica globale i problemi diventano più seri per tutti, per l’Italia e pure per gli Stati Uniti … Anche da noi i problemi sono grossi …“.

Nessun commento:

Posta un commento