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mercoledì 2 novembre 2011

G20: il duo Merkozy convoca Giorgio e ignora Silvio

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 02/11/2011

Giorgio Papandreu, premier greco, annuncia un referendum in primavera sul piano dell’Europa per evitare il fallimento della Grecia -106 miliardi di euro d’aiuti, debito verso le banche dimezzato, ma condizioni al contorno rigidissime-. Silvio Berlusconi, premier italiano, e i suoi ministri parlano, anzi straparlano, contro l’euro e di minacce terroristiche, ma, in concreto, fanno poco: promettono di presentare misure in Parlamento giusto in tempo per poterle annunciare al Vertice del G20. E così le borse europee vanno a picco, per il secondo giorno consecutivo: una Caporetto italiana, una Trafalgar francese, una Stalingrado tedesca, nessuno dei campioni dell’euro vince, perdono tutti. Persino Atene fa meglio di Milano, alla quarta seduta peggiore di tutti i tempi con il suo -6,8% e 22 miliardi di euro bruciati.

I comandanti in capo dell’Unione in rotta, il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel, decidono di vedersi, oggi, a Cannes, con lo stato maggiore delle istituzioni europee e dell’Fmi, poche ore prima del G20, dove, domani, sempre nella città sulla Costa Azzurra, Stati Uniti e Cina chiederanno loro conto di quanto finora deciso o fatto per arginare la crisi del debito e frenare il contagio che minaccia la moneta unica e frena la ripresa mondiale. I presidenti del Consiglio e della Commissione europei, van Rompuy e Barroso, avevano già pronto il discorso da fare a Cannes, dopo i Vertici europei di ottobre, ma le ultime 48 ore li costringono a rifare i compiti.

Naturalmente, il duo Merkozy manco ci pensa ad evitare il Silvio nostro, mentre chiama a consulto il premier Papandreu, che dovrà spiegare quell’idea (sciagurata?) di referendum. Intanto, il presidente Usa Barack Obama va a scuola di ‘default’ da una che se n’intende, la presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner, che, tra una cosa e l’altra, può anche insegnargli come rivincere le elezioni.

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