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mercoledì 16 novembre 2011

Ue: Italia, pazienza a orologeria, Monti bene, ma c'è fretta

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/11/2011

Fino alle 11.00 di questa mattina, quando il professor Monti è atteso dal presidente Napolitano con la lista dei ministri, l’Europa porterà pazienza: 72 ore scarse di schermaglie politiche e fibrillazione sui mercati non hanno consumato tutto il capitale di credibilità e di fiducia del “wonder team” italiano (Giorgio in regia, Mario all’attacco del debito). Ma l’Europa ha fretta e, adesso, soprattutto ha paura. Il momento della verità per l’Italia è il momento della verità per l’eurozona e per l’Unione, avverte il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy: “Ogni Paese dovrà lasciare un pezzo della propria sovranità, per creare una vera e propria Unione economica”.

L’Italia deve applicare le ricette di Bruxelles e di Francoforte, che Monti declina in “sacrifici (ma non lacrime e sangue), equità e rigore”, da ottenere in particolare tramite consolidamento fiscale e riforme strutturali. “Le sfide da affrontare sono molto grandi”, riconosce il commissario all’economia Olli Rehn: “La palla è nel campo dell’Italia: sta a Monti giocarla”.

E la Germania teme il contagio italiano. Se l’euro può forse sopravvivere a un fallimento ‘pilotato’ della Grecia, che sarebbe comunque meglio evitare (il ministro delle finanze di Atene Venizelos, sopravvissuto al cambio di premier, dice che “il Paese farà il possibile per rimanere nell’eurozona”), un tracollo dell’Italia sarebbe più difficile da assorbire.

Peter Bofinger, uno dei ‘saggi’ della cancelliera Merkel, lancia l’allarme: “La situazione del debito italiano sta diventando davvero seria, credo che ci stiamo avvicinando a una sorta di crisi di sistema che ricorda il 2008”, dice alla Bloomberg Television. Secondo Bofinger mentre nel 2008 ''i titolari dei depositi avevano paura dei depositi”, oggi “gli investitori delle banche hanno paura dei titoli di Stato” nel portafoglio delle banche.

Una situazione che “si riflette nel rialzo dei rendimenti, un circolo vizioso che deve essere fermato al più presto”.“Credo - prosegue Bofinger - che l’Italia abbia bisogno di pagare tassi del 4%, non l’attuale 7%”. Ma i mercati mandano segnali che inquietano: le borse europee vanno di nuovo giù per il secondo giorno consecutivo; e se lo spread italiano si riduce un po’ a 530, quello francese tocca un record a 191 e pure quelli spagnolo e belga crescono; e, soprattutto, i rendimenti dei titoli di stato decennali italiani superano la soglia d’emergenza del 7%. Per Moody’s Analytics, ciò prova che gli investitori danno al debito italiano un rating implicito ‘junk’, o spazzatura, cioè Ba2, mentre quello ufficiale dell’agenzia è A2.

La Germania propone “una garanzia illimitata dei Paesi dell’eurozona per il debito italiano” e vuole che la Bce faccia da “ultimo argine” sulla crisi dei titoli di Stato italiani. Per Van Rompuy, “il caso Italia evidenzia come i problemi di un Paese siano divenuti i problemi di tutta l’eurozona”. Resta la fiducia in Monti (“E’ molto motivato, saprà bilanciare austerità e crescita”), ma “questo non conta se non ha una maggioranza in Parlamento che lo sostiene”. L’Italia è diventata una vigilata speciale: “Resterà sotto stretta sorveglianza internazionale, la Commissione, la Bce e l’Fmi manterranno un monitoraggio molto stretto”. Rehn, che ci rimanderà gli ispettori, nota che “la diagnosi Ue sulle debolezze dell’economia italiana non cambia” solo perché è stato designato un nuovo premier.

Il supporto dell’Europa a Monti non è in discussione: Van Rompuy e Barroso, e pure Obama e Sarkozy e la Merkel, si sono spesi e si spendono a suo favore al di là di qualsiasi liturgia diplomatica. E la Commissione attende di lavorare con lui e con il governo che formerà. Ma l’Italia e il suo premier hanno anche bisogno –dice Van Rompuy- “di buona fortuna”.

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