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mercoledì 16 novembre 2011

Ue: Italia, Sannino, ora l'aria è buona, ma attesa pari paura

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/11/2011

Ambasciatore, c’è nell’aria qualcosa di nuovo, o d’antico, oggi, a Bruxelles, nei confronti dell’Italia? “Si respira l’aria dei Monti”, aria buona, risponde con una battuta Stefano Sannino, uno dei massimi funzionari italiani della Commissione europea. Poi argomenta: “C’è oggi un’aspettativa molto forte verso l’Italia che, purtroppo, spesso agisce al di sotto delle sue capacità. C’è la profonda convinzione che l’Italia possa giocare un ruolo significativo. E l’attesa è tanto più forte perché la crisi italiana può essere devastante per tutta l’eurozona”, anche per Francia e Germania.

Sannino, direttore generale per l’allargamento dell’Esecutivo comunitario, dopo una carriera che lo ha visto a lungo nei Balcani e come consigliere diplomatico a Palazzo Chigi con Romano Prodi premier, aggiunge: “Le istituzioni europee hanno seguito tutta l’evoluzione della situazione italiana con molta attenzione e anche con dispiacere per quello che l’Italia non riusciva a esprimere … Le prime parole di Monti appena ricevuto l’incarico e pure la sua discrezione sono state accolte con molto apprezzamento a Bruxelles … “.

L’ambasciatore è a Roma per un incontro con lo European Press Club e un colloquio sulle prospettive dell’allargamento dell’Ue prossimo venturo, Croazia e Islanda, Balcani e Turchia. La crisi compromette l’integrazione? “L’Unione europea è un cantiere istituzionale: c’è stata una fiammata intergovernativa, mentre adesso siamo in una fase di ritorno alla comunitarizzazione dei processi … Dobbiamo fare l’abitudine a una situazione ibrida, in cui processi comunitari convivono con quelli intergovernativi … Ma ci sono evoluzioni positive dal punto di vista dell’integrazione, come, ad esempio, il fatto che ora si cominci a parlare di politica fiscale”.

E l’allargamento indebolisce l’Unione? “La crisi coincide in qualche misura con l’allargamento, ma è indipendente dall’allargamento: la crisi colpisce Francia e Germania ben più che Paesi di fresca adesione e fuori dall’euro”.

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