La Commissione europea dà via libera alla ricapitalizzazione delle banche spagnole in difficoltà, come previsto dal memorandum d'intesa sottoscritto tra l'Eurogruppo e il governo di Madrid. E, nella riunione del Consiglio dei Ministri a Parigi, il presidente francese François Hollande insiste sulla necessità “di dare attuazione rapida e certa” alle decisioni del Vertice europeo di fine giugno. Per la Commissione, l'applicazione delle conclusioni del Vertice procede già "a piena velocità": Bruxelles presenterà ai primi di settembre la proposta sulla supervisione unica bancaria.
Sotto tiro sui mercati, la Spagna ha ricevuto ieri qualche fievole conforto tecnico e politico: martedì a Berlino, ieri a Parigi, il ministro delle finanze De Guindos incontra i colleghi tedesco Schaeuble e francese Moscovici, ricavandone dichiarazioni d’impegno e sostegno. Anche se i tedeschi, quando si parla delle decisioni del 28 e 29 giugno, pensano all’Unione bancaria e i francesi, come spagnoli e italiani, allo scudo anti-spread.
I mercati non si acquietano: la giornata è nervosa; le borse vanno meglio dei giorni precedenti e chiudono in attivo, dopo aperture incerte; lo spread italiano schizza a 541, scende sotto 520 e, dopo ulteriori altalene, chiude a 513; quello spagnolo arriva a 636, poi s’assesta a 602. Ma il tasso decennale spagnolo tocca un nuovo record dalla creazione dell’euro a 7,6%, segno della sfiducia degli investitori verso il paese iberico. Sulle borse, più che sullo spread, incidono le assicurazioni dei portavoce di Bruxelles e di Berlino, secondo cui le voci di pressioni sulla Spagna perché chieda ancora aiuto all’Europa, subito dopo avere ottenuto cento miliardi per le sue banche, sono “errate”.
Diverso, invece, il quadro per la Grecia, che sembra quasi spinta, dalla pressione dei suoi creditori, verso un default, dopo l’ennesima missione della troika Commissione-Bce-Fmi (un’altra è già annunciata per settembre). Oggi, per la prima volta dal 2009, sarà in visita ad Atene il presidente dell’esecutivo Ue Barroso. Per nove aziende greche su dieci, il primo semestre 2012 è stato la fase più nera della crisi.
In Germania, il barometro del clima degli affari peggiora: a luglio era al livello più basso da oltre due anni, segno che la crisi condiziona il morale degli imprenditori. E le banche tedesche chiedono di rinviare di un anno, al 1.o gennaio 2014, l’attuazione di Basilea 3, un pacchetto di regole che danno un giro di vite alle condizioni di operatività degli istituti di credito.
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