Crasi dei pezzi del 10/07/2012 su Il Fatto Quotidiano ed EurActiv
L’Italia vince una battaglia forse determinante, ma non ancora la guerra. Nella prima riunione dopo il Vertice europeo di fine giugno, l’Eurogruppo conferma l’intenzione di dotare l’eurozona d’uno scudo anti-spread, ossia un meccanismo per raffreddare gli spread e aiutare i paesi virtuosi che ne faranno richiesta a tenere sotto controllo il differenziale dei rendimenti. I ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona hanno espresso "il forte impegno a fare tutto ciò che è necessario per assicurare la stabilità finanziaria dell’eurozona, in particolare attraverso l’uso flessibile ed efficiente del fondo Efsf-Esm".
Come primo passo concreto in questa direzione, il fondo salva Stati e la Bce hanno firmato un “accordo tecnico" che prevede che l'istituto di Francoforte sia l'agente dell'Efsf-Esm per l'acquisto di titoli sul mercato secondario, in funzione anti spread. Ma non tutto è ancora definito, a livello di tempi e modalità d’intervento: se ne riparlerà il 20 luglio e poi a settembre.
Il premier Mario Monti ha lasciato l’Eurogruppo prima della sua conclusione –i lavori sono andati avanti fin verso le due del mattino-. Monti se n’è andato quando la discussione sullo scudo s’era esaurita, mentre fonti italiane facevano trapelare che l'accordo andava “nella direzione auspicata dall'Italia". Il ministro dell’economia tedesco Wolfgang Schaeuble ha insistito sul fatto che gli aiuti saranno dati sotto supervisione Bce.
Il risultato dell’Eurogruppo sembra premiare la linea italiana e spagnola, di fronte alle incertezze di alcuni Paesi nordici, che rimettevano in discussione lo scudo. Nonostante le resistenze della Finlandia, le reticenze dell'Olanda e i dubbi della Germania, l'eurozona si muove verso misure a breve per stabilizzare i mercati, oltre che verso la creazione in tempi medio-lunghi di un'unione bancaria e fiscale ...
Invece d’azzannare subito l’osso, cioè lo scudo antispread, la crisi greca, i rischi di contagio a Italia e Spagna, l’Eurogruppo andava sul liscio all’inizio, designando il governatore lussemburghese Yves Mersch nel board della Bce e spianando così la strada alla conferma, fino alla fine dell’anno, alla sua presidenza del premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, che subordinava l’accettazione della proroga alla nomina di Mersch. Con la fava di una decisione, i ministri delle finanze dei Paesi dell’euro prendono, così, due lussemburghesi, senza fare torto a nessuno.
Sull’agenda dell’Eurogruppo, seguito oggi da un Ecofin, c’era, inoltre, la crisi della Grecia, il cui governo, con la fiducia del Parlamento, chiede una proroga di due anni per attuare il memorandum d’intesa con la troika. Ma se ne parlerà il 20. L'Eurogruppo ha concesso 30 miliardi di euro subito alle banche spagnole.
Il premier Monti s'era presentato al confronto con i partner forte dell’appoggio della Francia e dopo avere incassato l’apprezzamento di Olli Rehn per la ‘spending review’ fatta dal suo Governo. Il responsabile dell’economia di Bruxelles giudica i tagli in linea con le raccomandazioni dell’Ue. Positivo pure il giudizio, davanti a una commissione del Parlamento europeo, del presidente della Bce Mario Draghi: “Per un'unione monetaria solida e stabile – dice Draghi -, è necessario andare verso una condivisione di sovranità in materia di bilancio, economia e finanza”, cioè progredire verso “l'Unione politica”. ...
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