P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

domenica 1 luglio 2012

Ue: dopo Vertice, Mario e Angela amici nemici sorrisi e bronci

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 01/07/2012

Per il Professor Monti, gli esami non finiscono mai. E non è mica sempre lui che li fa agli altri, com’è successo al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, quando ha trovato un po’ impreparata Angela Merkel, l’allieva prediletta, coriacea a capire i vantaggi della condivisione del debito –lei si accolla quelli degli altri- e per niente incline ad avere un occhio di riguardo per i Paesi virtuosi, quelli cioè che non lo sono stati fino a ieri e che adesso, perché hanno fatto qualche taglio e approvato qualche riforma, credono di meritare in pagella i voti dei primi della classe.

Sull’agenda del premier, ci sono due appuntamenti europei a breve termine: il 4 luglio, a Berlino, vedrà proprio la Merkel (un’occasione per ‘fare la pace’ dopo i dissensi al Vertice); e, il 9 luglio, a Bruxelles, parteciperà come ministro delle finanze all’Eurogruppo –lì, l’interlocutore tedesco sarà Wolfgang Schaeuble. All’ordine del giorno, la definizione nei dettagli delle modalità di attivazione dello scudo ‘antispread’, dove non tutto è chiaro sulla condizionalità, o meno, degli interventi: Italia e Spagna non vogliono finire sotto tutela della troika, Commissione europea, Bce, Fmi; la Germania non ci sente. Il partito della Merkel fa tiri di sbarramento: “Lo scudo non sarà un self-service”.

Né il Professore né Angela vogliono arrivare ai ferri corti: l’uno ha bisogno dell’altra; e viceversa. Alla Merkel, quell’italiano alto e distinto che pare un tedesco dà la sensazione che l’Italia non farà, come al solito, il gioco delle tre carte; e a Monti, la rigidità della Merkel serve a fare tenere la barra del rigore alla sua strana maggioranza parlamentare.

All’Eurogruppo, verranno a galla due questioni accantonate al Consiglio europeo: una, è la Grecia, di cui bisogna affrontare la richiesta di dilazione del rispetto degli impegni –Atene chiede due anni in più; Berlino nicchia, ma nega di preparare l’uscita della Grecia dall’euro-; l’altra, è la presidenza del club dei ministri delle finanze dell’euro, che il premier e ministro delle finanze lussemburghese Jean-Claude Juncker sta per lasciare –un peccato, perché è persona competente e apprezzata-.

Il giorno prima dell’Eurogruppo, la Merkel e il presidente francese Francois Hollande celebreranno, a Reims, la riconciliazione franco-tedesca; quella storica, di 50 anni or sono. Già che ci sono, i due proveranno a superare gli screzi di Bruxelles. Sulla carta, di Vertici dell’Ue non si dovrebbe più parlare fino al 18 e 19 ottobre e, poi, di nuovo, al 13 e 14 dicembre, quando – scommettiamo? - piatto forte del menù sarà la Tobin Tax, visto che la si vuole varare entro fine anno.

Se gli esami non finiscono mai, neppure i compiti a casa s’esauriscono: fra quelli delle vacanze, che Monti s’è portato da Bruxelles, c’è la revisione delle spese, che s’usa chiamare ‘spending review’, come se, detta in inglese, fosse più facile da digerire. L’annuncio delle misure è atteso a giorni: se il bottino sarà di almeno 4,2 miliardi di euro, si eviterà –dice il sottosegretario Antonio Catricalà- l’aumento dell’Iva, che avrebbe un effetto recessivo forse paragonabile a quello di stimolo del Patto per la Crescita lanciato a Bruxelles (120 miliardi di euro di cui quelli freschi sono una decina, il rifinanziamento della Bei).

Il 1.o luglio, è una data snodo per l’Unione europea: concluso il semestre di presidenza di turno della Danimarca, si apre quello di Cipro, all’esordio nel ruolo, pochi giorni dopo avere chiesto e ottenuto aiuti comunitari, per curare il contagio della crisi greca. Oggi, doveva anche entrare in vigore il Meccanismo europeo di stabilità finanziaria, quello che dovrebbe fornire i soldi per lo scudo ‘anti-spread’; ma le ratifiche non sono ultimate, nonostante l’approvazione del Bundestag e del Bundesrat, venerdì sera –fra i Paesi in ritardo, proprio Italia e Spagna, quelli che potrebbero averne bisogno-. Lo slittamento non è però esiziale: fin quando non scatta il nuovo Meccanismo, resta, con funzioni analoghe, il vecchio fondo ‘salva Stati’.

Che la Merkel, a Bruxelles, abbia perso è giudizio unanime: ‘intrappolata da Monti’, come scrivono i giornali tedeschi; o battuta da Hollande, come sostiene la stampa francese, che forse ha visto un’altra partita; è lei –titola la Reuter- “la grande perdente”. Per i giornali britannici, l’ha spuntata l’asse Roma – Madrid; ma gli spagnoli sono cauti: “Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra”. E gli esportatori tedeschi accusano la cancelliera di danneggiare con il suo rigore i loro affari perché la Germania non fa simpatia in Europa.

Escono retroscena, più o meno attendibili, delle fasi più calde al Justus Lipsius: secondo El Pais, Monti avrebbe “minacciato le dimissioni per indurre a cedere la Merkel”, terrorizzata dall’ipotesi di ritrovarsi al tavolo Mr B. “Con Monti nel ruolo di direttore d’orchestra –scrive El Pais-, l’Europa ha fatto un passo avanti”. Ma la doppia sconfitta tedesca, a Varsavia contro gli Azzurri e a Bruxelles, lascia strascichi: solo un tedesco su tre tiferà Italia, questa sera, avverte Die Welt. Pazienza: non ci siamo, in finale all’Euro; loro no.

Nessun commento:

Posta un commento