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lunedì 23 luglio 2012

Ue: euro, sette settimane di fibrillazione estiva

Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano il 22/07/2012 e, in versione diversa, per EurActiv il 23/07/2012

Venerdì 20 luglio, la settimana dell’Ue e dell’euro era finita male. Oggi, lunedì 23, comincia peggio: borse in caduta libera, l’euro ai minimi dall’inizio della crisi, spread italiano a 520, spagnolo al 625. Le decisioni dell’Eurogruppo del 20 e le notizie uscite nel fine settimane non erano certo fatte per tranquillizzare governi, mercati e cittadini.

Eccone una piccola antologia, con fonti spesso eccellenti. Uno studio su dati dell’Fmi, della Banca mondiale e dei governi nazionali ci dice che ci sono 21 mila miliardi di dollari nei paradisi fiscali, sottratti a ogni tassazione. E uno studio di BankItalia ci rivela che le retribuzioni medie sono presso che ferme, che in dieci anni il reddito medio degli operai è sceso di 442 euro. E ancora Der Spiegel afferma che l’Fmi vuole bloccare gli aiuti alla Grecia, che non rispetterebbe i patti, e che Berlino non considererebbe una iattura l’uscita di Atene dall’euro (la reazione della Commissione europea è stata cauta: “Non
sappiamo da dove vengano queste informazioni al giornale tedesco”).


Per essere una domenica, e d’estate poi, i titoli dei tg, quasi fotocopie l’uno dell’altro, ieri davano l’ansia: “Ore d’apprensione in Europa” –diceva La7-, alla vigilia della riapertura dei mercati, che, sia per detto per inciso, chiudono ogni venerdì e riaprono ogni lunedì; “Le difficoltà della Spagna, dove diverse regioni sono sull’orlo del fallimento, potrebbe fare precipitare la situazione”, scandiva il Tg3; e fortuna che il Tg1 eliminava i titoli perché c’era il GP di Formula 1, che se no sarebbe stata la stessa solfa.

Certo, ci sono pure segnali di segno diverso. Monti, ad esempio, va a Mosca, pur dopo avere denunciato che “il contagio è già in atto”, e dà una sensazione – non proprio la migliore, considerati i precedenti - di ‘business as usual’. E la Bce resta ottimista: “L’euro, assicura Draghi, è irreversibile”, anche se la strada della ripresa rimane in salita; e l’Eurozona va verso un’unione di bilancio.

Dobbiamo abituarci (e rassegnarci): sarà probabilmente così, e forse peggio, per sette week-end, di qui all’inizio di settembre: sembra un film, è la nostra realtà. L’estate incoraggia la speculazione, perché i movimenti sono pochi e incidere sulle quotazioni è più facile, e la rarefazione delle notizie induce alle drammatizzazioni.

Occupazione, produzione, persino inflazione, lo spread, il debito, Spagna e Italia nel mirino, le voci di un euro doppio (ma che sarà mai?): non c’è notizia economica che non dia i brividi. E non sono sufficiente a calmarci, né a calmare i mercati, che conta di più, le rassicurazioni del presidente Napolitano (“per preservare il nostro benessere e ridare fiducia ai giovani, servono istituzioni europee politicamente più forti”) e del premier Monti (“non abbiamo bisogno di nuove manovre: ce la caveremo da soli”).

Mi sarei sentito più tranquillo se, venerdì, l’Eurogruppo non avesse svuotato il vecchio fondo Salva Stati, senza che il nuovo sia pronto: non sarà utilizzabile prima del l 1.o ottobre, visto che la Corte costituzionale tedesca s’è presa tempo fino al 12 settembre per pronunciarsi, alla faccia dell’urgenza e della crisi.

Sette week-end così, li reggeremo?, e li reggerà l’euro? Poi Alonso vince: i titoli della sera erano rosso Ferrari, non rosso debito. E sul podio il pilota –Auguri per il Mondiale!- si mette un pizzico d’ironia: vince in Germania, a Hockenheim, un’auto italiana con conduttore spagnolo e ingegnere greco. Che, come già accadde ad Euro 2012, lo sport dia lezione alla politica ed all’economia?


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