Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano il 22/07/2012 e, in versione diversa, per EurActiv il 23/07/2012
Venerdì
20 luglio, la settimana dell’Ue e dell’euro era finita male. Oggi, lunedì 23,
comincia peggio: borse in caduta libera, l’euro ai minimi dall’inizio della
crisi, spread italiano a 520, spagnolo al 625. Le decisioni dell’Eurogruppo del
20 e le notizie uscite nel fine settimane non erano certo fatte per
tranquillizzare governi, mercati e cittadini.
Eccone
una piccola antologia, con fonti spesso eccellenti. Uno studio su dati dell’Fmi,
della Banca mondiale e dei governi nazionali ci dice che ci sono 21 mila
miliardi di dollari nei paradisi fiscali, sottratti a ogni tassazione. E uno
studio di BankItalia ci rivela che le retribuzioni medie sono presso che ferme,
che in dieci anni il reddito medio degli operai è sceso di 442 euro. E ancora
Der Spiegel afferma che l’Fmi vuole bloccare gli aiuti alla Grecia, che non
rispetterebbe i patti, e che Berlino non considererebbe una iattura l’uscita di
Atene dall’euro (la reazione della Commissione europea è stata cauta: “Non
sappiamo da dove vengano queste informazioni al giornale tedesco”).
Per
essere una domenica, e d’estate poi, i titoli dei tg, quasi fotocopie l’uno
dell’altro, ieri davano l’ansia: “Ore d’apprensione in Europa” –diceva La7-, alla
vigilia della riapertura dei mercati, che, sia per detto per inciso, chiudono
ogni venerdì e riaprono ogni lunedì; “Le difficoltà della Spagna, dove diverse
regioni sono sull’orlo del fallimento, potrebbe fare precipitare la
situazione”, scandiva il Tg3; e fortuna che il Tg1 eliminava i titoli perché
c’era il GP di Formula 1, che se no sarebbe stata la stessa solfa.
Certo,
ci sono pure segnali di segno diverso. Monti, ad esempio, va a Mosca, pur dopo
avere denunciato che “il contagio è già in atto”, e dà una sensazione – non
proprio la migliore, considerati i precedenti - di ‘business as usual’. E la
Bce resta ottimista: “L’euro, assicura Draghi, è irreversibile”, anche se la
strada della ripresa rimane in salita; e l’Eurozona va verso un’unione di bilancio.
Dobbiamo
abituarci (e rassegnarci): sarà probabilmente così, e forse peggio, per sette
week-end, di qui all’inizio di settembre: sembra un film, è la nostra realtà.
L’estate incoraggia la speculazione, perché i movimenti sono pochi e incidere
sulle quotazioni è più facile, e la rarefazione delle notizie induce alle
drammatizzazioni.
Occupazione,
produzione, persino inflazione, lo spread, il debito, Spagna e Italia nel
mirino, le voci di un euro doppio (ma che sarà mai?): non c’è notizia economica
che non dia i brividi. E non sono sufficiente a calmarci, né a calmare i
mercati, che conta di più, le rassicurazioni del presidente Napolitano (“per
preservare il nostro benessere e ridare fiducia ai giovani, servono istituzioni
europee politicamente più forti”) e del premier Monti (“non abbiamo bisogno di
nuove manovre: ce la caveremo da soli”).
Mi
sarei sentito più tranquillo se, venerdì, l’Eurogruppo non avesse svuotato il
vecchio fondo Salva Stati, senza che il nuovo sia pronto: non sarà utilizzabile
prima del l 1.o ottobre, visto che la Corte costituzionale tedesca s’è presa
tempo fino al 12 settembre per pronunciarsi, alla faccia dell’urgenza e della
crisi.
Sette
week-end così, li reggeremo?, e li reggerà l’euro? Poi Alonso vince: i titoli
della sera erano rosso Ferrari, non rosso debito. E sul podio il pilota –Auguri
per il Mondiale!- si mette un pizzico d’ironia: vince in Germania, a Hockenheim,
un’auto italiana con conduttore spagnolo e ingegnere greco. Che, come già
accadde ad Euro 2012, lo sport dia lezione alla politica ed all’economia?
lunedì 23 luglio 2012
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