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sabato 28 luglio 2012

Ue: crisi. Merkel e Hollande aiutano Draghi a fermare gli spread

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 28/07/2012

Forse, questa è la volta buona: l’Unione europea potrebbe presto attuare una strategia di difesa dell’euro e dell’eurozona concertata ed efficace, nella scia della sortita di giovedì del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. Ieri mattina, in realtà, la Bundesbank aveva assestato una bacchettata sulle dita a Draghi, che si sarebbe spinto troppo in là: aveva avvertito di continuare a essere contraria all’acquisto di bond da parte della Bce ed a dare una licenza bancaria al fondo salva Stati.

Ma da Berlino il Governo le aveva subito dato sulla voce: “Faremo tutto quello che è politicamente richiesto per mantenere insieme l’euro –era la linea della cancelleria scandita dai portavoce-, rispettiamo l’indipendenza della Bce”. E, poi, nel pomeriggio arriva una dichiarazione congiunta della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese François Hollande: “L’integrità dell’euro è un obbligo”, sono pronti a fare di tutto per difendere la moneta unica e condividono la necessità di una rapida attuazione dello scudo anti-spread.

Partita apparentemente chiusa, Al punto che, in serata, la Bloomberg apprende che Draghi e il governatore della Bundesbank Jens Weidmann dovrebbero incontrarsi nei prossimi giorni, per cercare di superare le differenze su una serie di misure per ridurre gli spread. L’obiettivo è arrivare allineati e preparati al consiglio direttivo della Banca centrale europea il 2 agosto.

L’uscita mattutina della Bundesbank, in realtà, faceva eco alla pioggia di critiche a Draghi della stampa tedesca dopo la sua intemerata difesa dell’euro e del ruolo della Bce. Ma l’euforia dei mercati si attenuava solo per qualche ora: sostenuti dalle dichiarazioni politiche, incoraggiati dalle indiscrezioni di Le Monde, le borse chiudono di nuovo in deciso rialzo (Milano sfiora il + 3%) e gli spread non si surriscaldano –quello italiano si ferma a 456, sui minimi dall’inizio di luglio-. Secondo il quotidiano francese, c’è un piano di Bce e fondo salva Stati per frenare i differenziali italiano e spagnolo: un meccanismo di acquisto dei titoli di stato dei Paesi sotto attacco sul mercato secondario, che ricalcherebbe quanto la Banca fece già lo scorso anno coinvolgendo, però, sia l’Efsf –il fondo attualmente esistente- sia l’Esm –il fondo che dovrebbe entrare in vigore il 1.o ottobre.

E’ anche vero che la giornata vede infittirsi le notizie positive. In Italia, l’asta dei Bot semestrali segna il miglior risultato dal maggio scorso, con tassi in calo di mezzo punto: vengono collocati titoli per 8,5 miliardi con una domanda pari a 13,7 miliardi. E il pil Usa nel secondo trimestre segna una crescita dell’1,5%, migliore delle stime –anche il dato del primo trimestre viene rivisto al rialzo, dall’1,9 al 2,0%- Solo dalla Spagna continuano a giungere notizie preoccupanti: la disoccupazione sale al 24,6%, il massimo dal 1976, il livello più alto dalla morte del caudillo Francisco Franco. L’Fmi fa sapere che, senza un intervento della Bce, il Paese rischia di trovarsi a corto di liquidità. E il governo di Madrid smentisce le voci di un piano di salvataggio in fieri da 300 miliardi, dopo averne appena incassati cento per trarre d’impaccio le banche.

Nonostante le critiche della stampa e i sospetti di bluff avanzati dai giornali britannici, le parole di Draghi paiono davvero annunciare una strategia finalmente concordata per far uscire la zona euro dall’angolo dove sembrava rintanata. Rimasto un po’ in disparte in questa fase, mentre fioccavano le dichiarazioni congiunte – quella franco-spagnola mercoledì, quella franco-tedesca ieri -, il premier italiano Mario Monti cercherà di rientrare nei giochi, recandosi la prossima settimana in Francia e in Finlandia. Obiettivi: definire un calendario per unione bancaria e scudo antispread; consolidare il rapporto con la Francia di Hollande, di nuovo venata, si direbbe, di nostalgie di direttorio; e vincere le resistenze della Finlandia, uno dei pochi Paese ancora solidi nella tripla A delle agenzie di rating e fra i meno inclini allo scudo anti spread. A Helsinki, tra mercoledì e giovedì, Monti vedrà il premier Jyrki Katainen e il presidente della Repubblica Sauli Niinsto.

La resistenza della Bundesbank a che la Banca centrale europea assuma il ruolo di agente del fondo salva Stati è di vecchia data: gli acquisti di bond da parte di Francoforte renderebbero –è la tesi- “confusa la demarcazione tra politica monetaria e fiscale”, dando di fatto alla Bce un ruolo stile Fed che formalmente non ha. Del resto, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, che pure accoglie con favore le dichiarazioni di Draghi, sottolinea che le misure vanno prese “nell’ambito del mandato vigente”. Insomma, si discute ancora, ma del come, non del se.

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