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mercoledì 11 luglio 2012

Francia: François a Corte, Valérie a casa, etichetta o punizione?

Scritto per Il Fatto Quotidiano del ??/07/2012

Dov’è finita Valérie?, mentre il suo uomo viaggia in Paesi stranieri e incontra Regine che detengono l’elisir di lunga corona e chissà quali altre pozioni magiche? Una volta, si sarebbe detto che è rimasta a casa a fare l’angelo del focolare o, se proprio avevi la costanza di una Penelope, a tessere la tela. Ma, nel nostro caso, c’è piuttosto il rischio che sia rimasta a casa a ‘tweettare’ all’impazzata messaggi velenosi.

Perché la nostra Valérie è Valérie Trierweiler, ‘première dame’ di Francia, giornalista, compagna del presidente François Hollande, scomparsa dalla scena pubblica dopo un ‘tweet’ al vetriolo, ed efficace, contro Ségolène Royal, ex moglie di Hollande e candidata socialista all’Eliseo nel 2007.

Ora, il presidente è in visita ufficiale in Gran Bretagna e desta scalpore che viaggi solo. Cioè, lo scalpore è una prerogativa (quasi) esclusiva della stampa italiana, ché quella francese ci bada di meno. In tutto il servizio di ieri dell’Afp, l’agenzia di stampa francese, una delle grandi agenzie mondiali, il nome di Valérie manco compariva, almeno fino alle 20.00. Perché, in fondo, l’assenza della ‘première dame’ a Londra ha una sua logica: di cerimoniale e di protocollo, ma valida, specie a corte –e mica una corte qualsiasi, quella di Sant’Andrea, la decana di tutte le corti-.

Dunque, il servizio stampa dell’Eliseo ha confermato all’Ansa, che se n’è informata, che Madame Trierweiler non ha accompagnato ‘Monsieur le Président’ nella visita a Londra, che prevedeva un’udienza con la regina Elisabetta II d'Inghilterra e un incontro col premier britannico David Cameron. E perché la Trierweiler non c’è? Perché, "per essere ricevuti dalla regina bisogna essere sposati". E Valerie e François sono solo conviventi: insieme dal 2007, dopo la separazione di Hollande dalla Royal.

Certo, l'ex presidente Nicolas Sarkozy si era recato dalla regina con la moglie Carla Bruni. Ma qui, appunto, la situazione è diversa. Anche se può fare sorridere che la regina d’Inghilterra, che è pure capo della Chiesa anglicana, badi tanto al certificato di matrimonio, lei che è il simbolo e la garante di uno scisma nato dalla volontà di un suo predecessore, Enrico VII, nel XVI Secolo, di rompere il proprio matrimonio e di convolare a nuove nozze –e non una sola volta: alla fine, le mogli di cotanto monarca furono sei; e qualcuna ci perse la testa-.

Si sapeva che la relazione ‘imperfetta’ tra Hollande e la Trierweiler poteva suscitare qualche imbarazzo a livello internazionale. La stessa Valérie aveva ammesso problemi nel caso di una visita al papa, che, in merito, non ha idee più larghe di Elisabetta II. E al ministero degli Esteri francese c’è chi ipotizza che la coppia di fatto presidenziale potrebbe suscitare perplessità in paesi molto religiosi e tradizionalisti come l'Arabia Saudita o, magari, l'India.

Però, Valérie ha pure sperimentato momenti senza imbarazzi da ‘première dame’ in trasferta. Quando Hollande è andato negli Stati Uniti, a maggio, in occasione dei Vertici del G8 e della Nato, Michelle, la moglie del presidente Barack Obama, l’aveva regolarmente invitata a tutti gli eventi organizzati a margine degli incontri ufficiali: il fatto che ‘gli Hollande’ non fossero sposati non poneva alcun problema di protocollo alla Casa Bianca.

Tutto ciò prima del ‘tweet’ malandrino anti-Segolène. Il problema, nella ridotta visibilità di Valérie nelle ultime settimane, non sta dunque nella sua ‘esportabilità’, ché la signora sa come comportarsi in società, ‘tweets’ a parte. Il fatto è che è stata, e rischia d’essere ancora, un motivo di imbarazzo interno.

Senza di lei, a Londra, il presidente pare essersela cavata comunque bene: con Cameron, che aveva avuto qualche screzio con Sarkozy, ha parlato di cooperazione bilaterale, da rafforzare, e rilanciato l’idea di un’ ‘Europa a velocità variabili’. E’ una formula che suscita molto scandalo quando la si teorizza, ma che poi si pratica di continuo: l’euro, Schengen, il Patto di Bilancio, la politica spaziale sono esempi d’Europa a geometria variabile; e, guarda caso, la Gran Bretagna ne è sempre fuori.

La visita e i colloqui sono stati un test per quell’ ‘intesa cordiale’ che Londra e Parigi mantengono dai tempi di Napoleone, cioè da quasi due secoli ormai: mai più in guerra, da allora, nonostante rivalità coloniali, commerciali e industriali e una diversa visione dell’integrazione europea. Hollande e Cameron tornano a flirtare con l’idea d’una cooperazione militare bilaterale rafforzata, loro che hanno un seggio permanente e il diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu: l’ultimo progetto è un drone da ricognizione, che sdogani l’Europa dall’America in questo settore.

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