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lunedì 30 luglio 2012

Twitter e Transatlantico: chi 'cinguetta' meglio in politica

Pubblicato da Media Duemila online il 310/07/2012

‘Twitter e Transatlantico: il potere di Twitter in politica’ è il titolo di una tesi, interessante e documentata, molto tecnica e poso ‘gossippara’, che Francesco Maria Marziale ha discusso a luglio alla Sapienza, a Scienza della Comunicazione, conseguendo con lode la laurea specialistica. Francesco Maria, che è stato seguito nel suo lavoro dal professor Stefano Scarcella Prandstraller, è un giovane con le idee chiare, che sente come vocazione –parole sue-  “il web, la comunicazione e il marketing politico”, cui ha dedicato sia la tesi triennale che, ora, quella specialistica.

L’indagine condotta per la ricerca –ci basiamo sulle slides presentate in fase di discussione- indaga “il ruolo delle strutture delle reti interpersonali dei politici del Pd, di Pdl e Lega” nella formazione e circolazione dell’informazione politica. L’obiettivo è trovare coincidenze o differenze significative nell’utilizzo di Twitter e individuare quali politici e quali partiti utilizzino questo mezzo “in maniera più omogenea, trasmettendo un messaggio coerente”, e quelli abbiano “una più elevata densità di connessione”. Francesco Maria ha preso in considerazione deputati, senatori e presidenti di Regione in carica al momento della raccolta dei dati, che avevano un account Twitter attivo, e ha analizzato tutti i tweets prodotti in un arco di termo di dieci mesi, dal 1.o gennaio al 31 ottobre 2011.

L’ipotesi di fondo è che la coesione delle strutture di rete di politici appartenenti  allo stesso partito si riflette nella coesione dei contenuti dei messaggi: minore è la distanza e maggiore è l’intensità delle relazioni tra una coppia di attori, più simile sarà il contenuto dei loro tweets. Il metodo d’analisi è scientifico e complicato: individua 64 nodi per il Pd e 59 per il Pdl e solo 9 per la Lega - ovvio siano di meno, essendo meno i soggetti potenzialmente coinvolti -.

Concentrandosi sui due maggiori partiti, i tweets esaminati sono stati 15.168 per il Pd e 6.868 per il Pdl, che utilizza, dunque, lo strumento con un’intensità inferiore di più della metà al Pd. Se la nostra interpretazione dei dati raccolti è corretta, il network Twitter del Pd è più denso e più coeso di quello del Pdl.

Il dato della centralità pesata consente di individuarne i protagonisti: lato Pd, ai primi cinque posti vi sono Dario Franceschini, primo, davanti al segretario Pierluigi Bersani, terzo, di cui fu antagonista alle primarie, insieme a due account collettivi Deputati Pd, secondo, e Pdnetwork, quinto. C’è un outsider: Ettore Rosato, deputato, triestino, relativamente giovane (44 anni), ma già con esperienze di governo nel Governo Prodi. Lato Pdi, invece, i ‘tweettomani’ sono, e chissà perché ci stupiamo poco, Renato Brunetta, Franco Frattini, Angelino Alfano e Mara Carfagna, nell’ordine, tutti, al tempo dell’inchiesta, ministri del governo Berlusconi –Alfano, a un certo punto, divenne segretario del Partito- e tutti davanti all’account collettivo Govberlusconi.

L’ambizione professionale di Francesco Maria è –ancora parole sue- “fare consulenza e supporto strategico nella definizione di piani di comunicazione politica attraverso l’uso sinergico di tutti i mezzi di comunicazione, da quelli tradizionali ai ‘social network’, con particolare attenzione alle nuove forme di partecipazione politica non-convenzionali”: il mestiere che si taglia addosso è quello di ‘online political communication strategist’, un profilo professionale sfaccettato, che richiede competenze trasversali, già sviluppato negli Stati Uniti, ma ormai necessario anche qui, a chi voglia fare con successo una campagna elettorale. Sfruttando Twitter con competenza.

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