Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/02/2011
I titoli della stampa estera sono stati talmente immediate e fragorosi che William Hill, allibratore britannico di primo piano, ha bruscamente tagliato le quote sulle dimissioni del Cavaliere, poco dopo che il Gip di Milano Cristian Di Censo aveva disposto che il presidente del Consiglio italiano sia giudicato con rito immediato. Dopo i flash della Reuters e le ‘breaking news’ della Bbc, William Hill dà le dimissioni di Berlusconi entro marzo al 4 a 1 (prima erano 11 a 2) ed entro giugno al 5 a 1 (contro 9 a 1). Pero’, si puo’ pure scommettere che Mr B resti al suo posto fino alla fine dell’anno e oltre: lo danno a 4 a 11.
La notizia del giudizio immediate ha fatto ‘suonare i campanelli’, come succedeva letteralmente ai tempi delle telescriventi, delle grandi agenzie mondiali, Ap, Reuters, Afp, ed è subito diventata ‘breaking news’ sui siti dei media grandi e piccolo di tutto il mondo: quotidiani americani e asiatici, televisioni all news come la Bbc e la Cnn, France24 e Fox, anche il canale in lingua araba di Al Jazira, che pure ha grossi fatti sotto mano nella sua area.
E’ che la storia, aihnoi, è ghiotta: c’è il potere ed il sesso, la ricchezza e la notorietà dei protagonisti. Delle 5 S che fanno grande una notizia (sangue, sesso, soldi, spettacolo e sport), manca solo il sangue –sublimato, pero’, dalla giustizia-. I titoli, almeno quello iniziali, sono molto corretti e oggettivi, stile ‘Berlusconi a giudizio il 6 aprile’ (e la Cnn, come la Bbc fedele interprete del giornalismo anglosassone, trova pure modo di ricordare che il premier sostiene che le accuse sono infondate).
Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, a Bruxelles per una riunione del Consiglio dei Ministri dell’Ue, viene assediato dai giornalisti (quasi tutti italiani, a dire il vero), che gli chiedono un commento. E lui, che il mese scorso non aveva esitato, davanti all’esplodere dello scandalo, a dirsi orgoglioso di fare parte di questo governo, adesso si rifugia in un classico ‘all’estero non si lavano i panni’ (peggio se sporchi).
Più della stampa francese, a gettarsi sulla notizia sono quella britannica e, un po’ sorprendentemente, quella tedesca, con la Bild, tabloid da 5 milioni di lettori, che piazza la storia in apertura. Fedeli a una linea sempre tenuta in questa vicenda, Guardian e Telegraph accompagnano l’annuncio del processo con la notazione, un po’ incredula, che Berlusconi nei sondaggi continua a cavarsela meglio dell’opposizione.
Molto ‘eccitata’ anche la stampa spagnola, che sta addosso al ‘caso Ruby’ dal primo giorno. Come Bild, El Pais apre il sito e nota che « tre donne formeranno il tribunale che processerà il premier italiano » -é quella che Famiglia Cristiana chiama ‘nemesi’ di Mr B e che il ministro Frattini, a guardia della ridotta berlusconiana, bolla come definizione «ingenerosa»-. El Mundo, più pruriginoso, calca la mano sull’ «abuso di potere» e sulla «prostituzione minorile» (e, come buon peso, ci mette una photo gallery con tutte le protagoniste note delle notti di Arcore). Quanto ai francesi Le Monde e a Le Figaro, sono magari più compassati, ma non si negano il titolo in prima.
Oltre Oceano, il NYT ha un titolo in evidenza, il WSJ colloca la notizia nella ‘top ten’ della giornata. Ma Mr B va oltre i tradizionali confini dell’informazione occidentale: invade i siti dell’America Latina e dell’Asia, arriva fino alla Xinhua, che sarebbe la Nuova Cina, l’agenzia di stampa cinese. Forse, a trattarlo con i guanti saranno state solo le stampe, non propriamente libere, di Bielorussia e Kazakstan e magari di Libia: li’, i suoi amici Lukashenko, Nazarbayev e Gheddafi vegliano su di lui. E, magari, lo aspettano alle loro feste. Lui porta il vino, o le donne.
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