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sabato 5 febbraio 2011

SPIGOLI: Egitto, l'Ue vuole cambio subito e ci mette i soldi

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 05/02/2011

I leaders dei 27 leggono le dichiazioni di Barack Obama e le parafrasano in europeo: nelle conclusioni del Vertice di Bruxelles, chiedono che la transizione in Egitto cominci « ora », subito –un’accelerazione, rispetto alla transizione « rapida » prevista nella bozza del documento-. Le autorità del Cairo devono “rispondere alle aspirazioni del popolo egiziano con le riforme politiche, non con la repressione”. Nel testo, i capi di Stato e di governo dei Paesi Ue non citano il presidente egiziano Hosni Mubarak. Tutte le parti in causa, il potere, ma anche la gente in piazza, « devono impegnarsi – dicono i 27 - in un dialogo significativo, dare prova di moderazione, evitare violenze e cominciare –subito- una transizione ordinata verso un governo di larga coalizione ». E il Vertice dell’Ue insiste che le “aspirazioni democratiche devono essere soddisfatte col dialogo e le riforme, nel pieno rispetto di diritti umani e libertà fondamentali, attraverso libere e giuste elezioni”. L’Europa, che dà un giro di vite alle sanzioni contro la cricca di Ben Ali’, s’impegna a una nuova parnership con Tunisia ed Egitto: in concreto, più soldi e più strumenti per le politiche di sviluppo di quei due Paesi ‘affrancati’ (da regimi, detto per inciso, coccolati e protetti da Washington e Bruxelles). Con la benedizione dei leader, la responsabile della diplomazia europea, Lady Ashton, che, poco prima del Vertice, aveva parlato col vice-presidente egiziano Omar Suleiman, compirà presto una missione in Tunisia e in Egitto, dopo avere presieduto, oggi a Monaco, un incontro ‘al top’ del Quartetto, la formazione che segue gli sviluppi del processo di pace in Medio Oriente (Usa, Ue, Onu e Russia). E l’Italia, in tutto cio’? Forse mal ‘briefato’, il premier Berlusconi usa un linguaggio non conforme alle conclusioni del Vertice –parla di « continuità nella transizione » e rende omaggio al presidente egiziano- e si dice «in continuo contatto» con tutti i suoi amici in Medio Oriente –gli israeliani e chi altro?, visto che Ben Ali’ l’hanno cacciato e Mubarak stanno per farlo-.

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