Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/02/2011
Viva le piazze!, abbasso le barche!, anzi a fondo (tanto, che ce frega, sono ‘marocchini’). E’ uno strabismo miope, quello dell’Europa, non solo dell’Italia, rispetto a quanto prima avveniva nel Nord Africa e in Medio Oriente, poi alla rivolta delle piazze e ora alla fuga dalla povertà di migliaia di disperati. Per decenni, onori e rispetto al Faraone e agli altri satrapi, che ci garantivano la stabilità della Regione e tenevano il tappo sull’integralismo, pur se a prezzo dell’oppressione dei loro popoli (tanto, che ce frega, sono ‘marocchini’). Poi, di colpo, anzi quasi, perchè un giorno o due ci abbiamo pensato su, viva le piazze di Tunisi e del Cairo, e magari pure quelle di Algeri domenica, di Bengasi domani, dello Yemen, del Bahrein, ovviamente dell’Iran, che gridano la voglia di libertà (e di pane) e decretano senza violenza la fine dei regimi. Ma, appena gli eroi delle piazze, i paladini della democrazia, anche se non sappiamo bene nè chi sono nè cosa pensano, si rovesciano sulle spiagge, alla ricerca di un lavoro, un guadagno, un futuro, ecco che –parola del ministro degli interni Maroni- diventano subito potenziali terroristi, che vanno fermati prima di partire, intercettati, rispediti indietro. E il ministro Frattini gonfia la paura della gente, teme «un afflusso enorme sulle coste europee». Ora, delle due l’una: o quelli sui barconi sono gli insorti delle piazze (e allora abbiamo appena assicurato loro aiuti e sostegno e dovremmo accoglierli, se non a braccia aperte, almeno in modo non ostile); oppure, quelli sui barconi sono i pretoriani dei regimi abbattuti, in fuga non dalla fame, bensi’ dal timore di ritorsioni(e allora dovremmo ricordarci che fino a ieri erano i nostri agenti nel Nord Africa, repressori anche per conto terzi, cioè per conto nostro). Un po’ di coerenza, signori al potere e cittadini, se non di umanità. Daniel Cohn-Bendit, leader verde europeo, ha detto al Parlamento europeo: «E’ quanto meno bizzarro l’improvviso risveglio delle capitali europee che scoprono che Mubarak (o Ben Ali’, ndr) era un dittatore». E rilancia l’idea di un’agenzia di valutazione del rispetto dei diritti dell’uomo: una Standard & Poor della democrazia che bocci i dittatori (e i loro amici).
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