Il sogno georgiano è realtà. Se non si trasformerà in un
incubo, l’ennesimo di questa repubblica caucasica, patria di Stalin, che, dopo
la dissoluzione dell'Urss, non ha mai trovato un assetto duraturo stabile e sicuramente
democratico, passando attraverso dittature post-sovietiche o regimi forti
filo-americani, conflitti intestini e, nell'estate del 2008, una guerra con la
Russia, per le zone contese dell’Ossezia e dell'Abkhazia oggi riconosciute da
Mosca come indipendenti.
Ora, potremmo assistere, per la prima volta in vent'anni, a
una transizione democratica del potere da un partito all'altro. Nelle elezioni
legislative di ieri, il principale movimento d’opposizione, appunto il Sogno
georgiano, ha battuto il partito del presidente Mikheil Saakashvili, il
Movimento nazionale unito. Il leader del Sogno è un miliardario con casa a
Parigi, Bidzina Ivanishvili, che il regime bolla come filo-russo: “Se
vinceranno loro –diceva la propaganda del potere-, sarà la fine dell’ammodernamento
del Paese e il ritorno al caos e alla corruzione”.
Gli exit-poll, concordi, danno in testa il partito di
Paperone Ivanishvili, che ha restituito coesione e dato un leader popolare a
un’opposizione divisa. Il regime di Saakashvili s’era insediato nel 2003, dopo
la ‘rivoluzione delle rose, che caccio l’ex ministro degli esteri sovietico
divenuto presidente Edouard Shevardnadze. “Abbiamo vinto! Il popolo georgiano
ha vinto!”, ha detto Ivanishvili, in un discorso diffuso dalla tv d’opposizione
TV9.
Il Sogno avrebbe conquistato almeno cento dei 150 seggi del
Parlamento georgiano. Ma il regime, che fino a ieri aveva 119 seggi su 150,
prima indicava di essere avanti nella conta dei voti, poi ammetteva il successo
dell’opposizione, che però potrebbe non avere la maggioranza dei seggi
nell'Assemblea a causa d’un sistema elettorale complicato che assegna 77 seggi col
proporzionale e 73 col maggioritario.
Miglia di sostenitori del Sogno e di Ivanishvili si sono
radunati sulla Piazza della Liberà, nel centro di Tbilisi, là dove, nel 2005,
Saakashvili aveva accolto il presidente Usa George Bush in visita (ci fu, quel
giorno, un presunto attentato, sventato, contro i due presidenti). Gli exit-polls hanno forchette molto
diversificate: per alcuni, l’opposizione ha conquistato il 35% dei voti, per
altri oltre il 50%, mentre il partito al potere oscilla tra il 30 e poco più
del 40%.
Ivanishvili ha invitato i suoi sostenitori alla calma, in
attesa dei risultati ufficiali e definitivi, mentre la polizia non è finora intervenuta.
La giornata di voto è trascorsa in un clima di tensione: ’opinione pubblica locale
era ancora profondamente turbata dalla diffusione di video-shock sulle torture
nelle carceri del Paese. Il Sogno accusa il regime d’autoritarismo e gli
rimprovera la guerra con la Russia, ma è favorevole all'ingresso della Georgia
nella Nato.
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