Barack è tornato. E pure Mitt, quello delle gaffes, è tornato: il secondo dibattito in diretta
televisiva di Usa 2012 ci ha restituito i protagonisti che conoscevamo, dopo
che il primo, il 3 ottobre, aveva quasi visto un’inversione dei ruoli:
convincente e disteso lo sfidante repubblicano, impacciato e sotto tono il
presidente democratico. L’uomo d’affari distante e noioso e il politico
affabulatore e visionario s’erano scambiati le parti.
Nell’arena dell’Università di Hofstra, a Hempstead, nello
Stato di New York, pavimento rosso e pareti blu, con Candy Crowley della Cnn a
fare da moderatore e pure da arbitro –è stata lei a contare Romney, quando è
stato messo giù da Obama sulla Libia-, i due rivali nell’Election Day del 6
novembre hanno risposto alle domande poste dai cittadini: economia, lavoro,
valori, politica estera.
Media e sondaggi a caldo sono concordi: questa volta, ha
vinto Obama, che ha arrestato la slavina Romney, da lui stesso innescata con
l’opaca prestazione del primo dibattito. Ecco alcuni titoli: “Obama ritrova la
grinta”; e ancora “Stavolta vince Obama”. Decine di milioni di americani,
specie gli indecisi, hanno seguito il confronto di martedì notte, per capire chi
votare: il dibattito ha premiato la loro attenzione, è stato teso, divertente,
interessante. Uno spettacolo televisivo, ben più del primo, e come lo era stato
la scorsa settimana quello fra i vice Joe Biden e Paul Ryan.
Due i passaggi critici, per Romney. Quando ha accusato
l’Amministrazione Obama di avere nascosto agli americani che l’uccisione a
Bengasi a settembre dell’ambasciatore Stevens e di tre marines fosse un atto di
terrorismo (“l’ho detto dallo Studio Ovale”, gli ha replicato Obama, “offeso”
dall’attacco; e la Crowley, corrispondente dalla Casa Bianca, ha confermato). In
un altro momento, ha ricordato che, quando faceva l’imprenditore, volle
assumere delle donne e gliene portarono “a pacchi” –di curricula, s’intende-: un’espressione,
‘binders’ in inglese, che è subito diventata un ‘tormentone’ sui social
network.
Nel dibattito, durato un’ora e mezza, Romney ha insistito
sull’economia e sul lavoro, ma Obama è stato, come aveva promesso, meno educato
della prima volta: gli ha rinfacciato, ad esempio, il disprezzo espresso per il
47% degli americani non ricchi, neri, latini; e lo ha accusato di volere
ridurre le tasse ai ricchi, mentre lui vuole ridurre gli sgravi fiscali a loro
favore e aiutare la classe media. Ci sono stati ‘botta e risposta’ sulla
bancarotta di Detroit e sulle prospezioni petrolifere, sull’immigrazione e
anche sulle rispettive pensioni: Romney ha detto che con Obama gli Stati Uniti
faranno la fine della Grecia; Obama che le politiche economiche di Romney sono
quelle di Bush, che hanno innescato la crisi finanziaria del 2008.
Il terzo e ultimo duello tv tra i due rivali si svolgerà
lunedì prossimo, il 22, all’Università di Lynn, a Boca Raton, in Florida, uno
degli Stati chiave di queste elezioni. Si torna al formato della prima sfida:
domande del moderatore Bob Schieffer della Cbs, sei segmenti di 15’ ciascuno.
Boca Raton è la cittadina della gaffe finora più pesante di Romney in questa
campagna, la frase irriguardosa verso quasi la metà degli americani: terreno
scivoloso, per lo sfidante repubblicano, la cui strada è di nuovo in salita.
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