Rafforzare l’integrità nel settore pubblico è uno dei dieci
comandamenti dell’Ocse per restituire competitività all’Italia e dare slancio
alla crescita. L’Organizzazione ci dedica uno studio ad hoc e verrà a farci un
seminario a Roma: tre gli esempi scelti, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e,
magari sorprendente, ma sempre alta in tutte le classifiche di serietà e
affidabilità, la Slovenia.
Per migliorare l’integrità della Pubblica amministrazione,
l’Ocse, ma anche l’Ue, contano sul ddl anti-corruzione. Nell’attesa, basta
guardasci intorno, per individuare buone pratiche da imitare. Eccone tre di
nostra scelta: l’America della fiducia e dell’intolleranza: fiducia, perché il
cittadino tende a fidarsi del politico e/o del funzionario; intolleranza,
perché, se la fiducia è mal corrisposta, la giustizia colpisce duro e in
fretta. Il reprobo, per prima cosa, si dimette e se ne va.
Poi, uno qualsiasi dei Paesi Nordici europei, tutti campioni
di trasparenza. Quel che potere politico e P.A. fanno è sotto gli occhi di
tutti: case di vetro, documenti accessibili e pratiche comprensibili. E a
tutelare il cittadino basta l’ombusdman.
Infine, il Parlamento europeo –ci siamo pure noi-, dove si
guadagna bene, ma tutto ha da essere giustificato e rendicontato. Lì, l’eurodeputato
dell’Estonia o di Malta ha, per andare a Strasburgo, indennità di viaggio
inferiori a quelle dei consiglieri regionali del Molise per andare a
Campobasso.
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