P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

sabato 13 ottobre 2012

Nobel Pace: Ue, alla memoria e alla speranza, ma perché oggi?


Scritto per Il Fatto Quotidiano del 13/10/2012

Un Nobel per la Pace alla memoria, ché certamente Robert Schuman, Jean Monnet, Altiero Spinelli e altri padri dell’Europa unita lo avrebbero meritato, loro che, mentre ancora il Continente viveva nelle tenebre del nazismo e della guerra, o faticava a ricostruirsi dalle macerie del conflitto, seppero intravvedere il percorso della pace e dell’Unione. Oppure, come molti ieri hanno detto, un Nobel alla speranza, un po’ come quello inopinatamente dato a Barack Obama all’inizio del suo mandato, quando ancora non aveva fatto nulla per meritarselo (e, in fondo, deve ancora farlo): per spingere l’Europa a uscire dalla crisi ed a recitare un ruolo di aggregazione sulla scena mondiale.

Sì, ma perché oggi?, che l’Unione europea attraversa la sua crisi peggiore –cito dal discorso all’Onu del premier Monti, il 26 settembre- e che non sa dare risposte alle attese dei suoi cittadini, lavoro, crescita,  equità, mentre vive in sordina, al traino più che a cassetta, gli sviluppi internazionali, anche quelli a lei più vicini, sulla Riva Sud del Mediterraneo. Forse, il Nobel 2012 è ‘real politik’: dopo il dissidente cinese, un letterato ‘ortodosso’; e, messe le cose a posto con Pechino, perché muovere le acque con Mosca o con Teheran?

Nessuno dubita che, con la sua storia, l’Unione europea questo premio se lo sia meritato: la pace più lunga mai vissuta in Europa dai tempi incerti della ‘pax romana’; la riunificazione del Continente dopo la caduta del Muro di Berlino e il crollo del comunismo; e, tuttora, un disegno di superamento dentro l’Unione dei conflitti dei Balcani. E la presenza decennale nei Paesi in via di sviluppo, non solo per le emergenze, ma per la costruzione di un rapporto economico e commerciale con l’Africa, i Caraibi, il Pacifico.

Nelle motivazioni, il comitato norvegese per il Nobel ripercorre le tappe della costruzione dell'Unione. A Romano Prodi, ex presidente della Commissione di Bruxelles, il premio suggerisce una riflessione: “Abbiamo avuto secoli di guerre: ogni generazione è stata toccata da una guerra. Ora,per la prima volta abbiamo avuto 60 anni di pace. E’ una radicale novità”. E il presidente Napolitano parla di “progetto di pace”, mentre Monti e altri sottolineano il richiamo dell’Ue all’esterno.

Oggi, però, il Nobel non se l’aspettava nessuno. Neppure i leader dell’Unione, che hanno tutti dichiarato, quasi all’unisono, sorpresa e soddisfazione. E c’è stata una pausa nelle trattative in atto, a una settimana dall’ennesimo Vertice europeo, tra fughe in avanti d’una minoranza di Paesi (l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie) e battute d’arresto sulla via della soluzione delle crisi greca e spagnola.

Curioso, poi, che il premio all’Unione arrivi da un Paese che, per due volte, s’è rifiutato di entrarvi, addirittura con un referendum e dopo avere concluso minuziosi negoziati. E non è che i norvegesi abbiano cambiato idea: il premier Jens Stoltenberg si congratula, ma ripete che l'ingresso nell'Ue non è sull'agenda di Oslo.

La scelta suscita ironie a Mosca, dove gli anti-Putin l’aspettavano, e non solo. ''Prima a Obama, ora alla Ue. Chi sarà il prossimo? Forse l’organizzazione per la cooperazione di Shangai?“, dove stanno alcuni dei cattivi del Mondo. E ancora: “Una dimostrazione d’impotenza del comitato, per il quale gli interessi politici si rivelano superiori agli ideali della democrazia”. E c’è chi ricorda che il Nobel a Gorbaciov nel ’90 precedette la dissoluzione dell’Urss: cornacchie del malaugurio

Adesso, salterà fuori il problema di decidere chi andrà a ritirarlo il premio a Oslo, tra i presidenti del Consiglio europeo, della Commissione europea, del Parlamento europeo e quello di turno del Consiglio dell’Ue, senza contare la responsabile della politica estera dell’Unione: si profila un ingorgo istituzionale. Quanto alla cifra del premio, quella c’è da sperare la spendano bene.

Nessun commento:

Posta un commento