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giovedì 18 ottobre 2012

Ue: Vertice, svuotata l'agenda, sempre litigi, e un morto ad Atene

Scritto per L'Indro il 18/10/2012

Mentre in Grecia va in scena lo sciopero col morto contro l’austerity, a Bruxelles i leader dei Paesi dell’Ue s’incontrano per un Vertice europeo praticamente svuotato di decisioni, così che i contrasti appaiano meno stridenti. Negli scontri in piazza ad Atene durante le manifestazioni contro le misure di rigore decise dal Governo per rispettare i vincoli posti dalla troika delle istituzioni finanziarie internazionali, Ue, Bce, Fmi, un uomo muore d’infarto; e non è la prima vittima del la cura europea alla crisi mondiale, ma la notizia colpisce, pochi giorni dopo l’assegnazione all’Ue del Nobel per la Pace. Il Vertice coincide col 20.o anniversario del Mercato unico, uno dei segni più tangibili dell’integrazione europea.


Conflitto e preoccupazione, gli stati d’animo della stampa internazionale

Conflitto e preoccupazione: sono gli stati d’animo che la stampa internazionale associa, nelle ore della vigilia, al Consiglio europeo di oggi e domani. L'incontro dei leader, relegato quasi ad evento di routine, dopo che nell’agenda non sono state incluse decisioni cruciali, offre lo stesso occasione di contrasti. Lo scrive Die Welt, lo conferma il Financial Times, che prevede un confronto con la "riluttante Germania" in materia di Unione bancaria.

Secondo il New York Times è sempre più forte il timore di un’uscita della Gran Bretagna dall'Ue (ma gli americani raramente ci azzeccano, sulle dinamiche europee). Il NYT fa collage di una serie di indizi e conclude che il Regno Unito si sta muovendo inesorabilmente "verso la porta di uscita” dell'Unione. Al punto che esperti politici e finanziari avrebbero già denominato questo processo Brixit, una variante di Grexit, l'abbreviazione usata per "l'altamente probabile uscita della Grecia dalla zona euro" –andrà a finire che le due parole resteranno entrambe inutilizzate-.

Die Welt afferma che la proposta del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble di dotare l’Ue, previa modifica dei Trattati, d’un commissario con potere d’intervento sui bilanci nazionali, suscita a Parigi "una risposta di Parigi niente affatto entusiasta". E di fronte al "desiderio tedesco" di un maggiore controllo sui bilanci nazionali, il presidente francese Francois Hollande rilancia l’esigenza di introdurre gli eurobond, che la Germania non vuole. E torna ad emergere il contrasto d’accento tra Berlino e Parigi su rigore e su crescita.

Il Financial Times, invece, sostiene che l'unione bancaria è già "in fase di stallo": Francia, Spagna e Gran Bretagna, ma anche i presidenti della Commissione José Manuel Barroso e del Consiglio Van Rompuy sarebbero tutti turbati dal fatto che la bonaccia sui mercati possa ridimensionare il senso di urgenza rispetto al piano.

L’agenda europea e quella italiana

Dall’unione bancaria ai primi passi dell’unione fiscale, passando per l’Esm, i “contratti individuali” per la politica economica dei paesi membri e il bilancio unico della zona euro: i temi del Vertice sono già tutti in tavola da diversi giorni. Vediamo, punto per punto, con l’aiuto di Giuseppe Latour, di EurActiv.it, qual è la posizione che l’Italia porta al tavolo delle trattative

Il piatto forte è la vigilanza bancaria comune. Al centro dei negoziati c’è la proposta di avviare già all’inizio del 2013 il processo per cui tutti gli istituti di credito europei saranno posti sotto l’ombrello della Banca centrale europea: subito quelli sottoposti a piani di aiuto; dopo sei mesi, anche le banche “sistemiche”; a inizio 2014, tutte le banche.

Per molti, e in particolare per i tedeschi, non ha senso che tutti gli istituti di credito europei rientrino nella vigilanza di Francoforte. Italia e Francia vorrebbero invece partire subito, creando un raccordo tra la Bce e i singoli organi di vigilanza nazionali. Nell’ottica italiana, “il supervisore unico permetterebbe di sbloccare la ricapitalizzazione diretta degli istituti bancari” da parte dell’Esm. Insomma, si perde qualcosa in termini di autonomia, ma si guadagna molto a livello di garanzie. L’idea che il nuovo fondo salva Stati permanente aiuti direttamente gli istituti di credito senza passare tramite i governi è stata lanciata dal premier Monti elle scorse settimane.

Diversi gli schieramenti su un altro punto dell’agenda europea: il bilancio unico della zona euro. L’Italia giudica la proposta “molto interessante” e l’appoggia, insieme a molti paesi che puntano, come la Gran Bretagna, a spendere meno per l’Unione in tal modo. Però, nel contempo, i Paesi fuori dall’Eurozona potrebbero perdere qualcosa in termini di aiuti e investimenti.

A Bruxelles, si parlerà pure di “contratti individuali” dell’Ue con i diversi paesi per definire tabelle delle riforme strutturali e delle politiche di bilancio da condurre. Anche qui, l’Italia è favorevole. Per la verità, il consenso è diffuso, visto che si tratta solo di rimescolare quanto già previsto nell’ambito del semestre europeo.

Infine, per l’Italia è fondamentale che si parli del Patto di Crescita e occupazione lanciato a giugno: c’è da valutare l’analisi dei risultati cui il Patto sta portando, affidata a Barroso. In quel contesto, si discuterà anche del cosiddetto “Single Market Act”, il documento di indirizzo sul completamento del mercato unico avviato dalla Commissione ad aprile del 2011 e ancora, in larga parte, inattuato.

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