La Siria, la
Libia, il nuovo Iran, il lavoro e la crisi: in una remota località dell’Ulster,
i leader degli Otto Grandi affrontano le emergenze del Mondo. Ma i dissensi,
specie sulla Siria, prevalgono sulle intese, anche se il clima informale e la
consapevolezza delle differenze riducono le attese e stemperano il clima del
Vertice.
Per il premier
italiano Enrico Letta, è l’esordio al G8 e la prima volta con il presidente Usa
Barack Obama, che, in mezz’ora di colloquio, gli esprime forti preoccupazioni
sul ricorso alle armi chimiche da parte del regime siriano, gli chiede aiuto
sulla Libia –“Ho un piano”, gli assicura Letta- e condivide l’accento italiano
sulla disoccupazione giovanile. E Obama invita il premier a Washington.
Un debutto
(quasi) perfetto, non fosse che gli organizzatori mettono la foto di zio
Gianni, invece di quella del nipote Enrico, sul sito ufficiale. Ma non è
l’unica gaffe: il presidente russo Vladimir Putin deve passare la notte della
vigilia a Londra perché il complesso del Vertice non era pronto ad accoglierlo.
Un irritato
Putin deve così rivedere i suoi programmi: prima di confrontarsi con Obama sulla
Siria, aveva previsto un tuffo nelle acque calme, ma fredde, di uno dei laghi
che punteggiano il ‘resort’ di Lough Erne, dove i leader sono riuniti. L’americano,
invece, va, come da copione, in palestra.
Protetto da un
dispositivo di sorveglianza senza precedenti -8000 i poliziotti mobilitati-,
anche nell’Ulster teatro di drammatiche tensioni in passato tra protestanti e
cattolici, il G8 s’è ufficialmente aperto a metà pomeriggio, dopo una prima
raffica d’incontri bilaterali.
Prima
dell’inizio dei lavori in plenaria, Usa e Ue avevano dato un calcio d’avvio metaforico
ai negoziati per un accordo commerciale “di portata storica”, per creare la più
vasta zona di libero scambio al Mondo. Avviata la trattativa, resta da trovare
l’intesa: i più ottimisti prevedono che l’esercizio possa concludersi fra un
anno. Ed è pure esplosa una polemica tutta europea sulla cosiddetta “eccezione
culturale”: La Francia è stata capace di imporre l’esclusione degli audiovisivi
dal negoziato, ma s’è sentita dare della “reazionaria” dal presidente della
Commissione europea Manuel Barroso.
Di Siria, s’è
parlato nei bilaterali e nella cena di lavoro, andata avanti a lungo. Centrale
l’incontro tra Obama e Putin: l’americano è orientato a fornire aiuto militare
ai ribelli; il russo, che arma le forze leali al presidente Assad, mette in
guardia i suoi interlocutori, “niente armi alla rivolta”. Per molti versi, Gran
Bretagna, Francia, anche Italia condividono l’approccio americano. E Hollande
dice apertamente di non nutrire “illusioni” su progressi.
Il G8 si chiuderà
oggi con un giro di tavola su crisi e lavoro e sulle 3T che stanno a cuore alla
presidenza britannica: tasse, trasparenza e commercio (‘trade’, in inglese). L’obiettivo
è di rafforzare la lotta contro l’evasione, anche se nessuna conclusione del G8
avrà valore operativo.
Per quanto si
siano andati a nascondere vicino a Enniskillen, due ore di strada da Belfast, i
leader dei Grandi non hanno evitato del tutto le contestazioni: una piccola
manifestazione della galassia ‘no global’, iper-sorvegliata dalla polizia, ha
sfiorato in serata il G8.
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