Scritto per Il Fatto Quotidiano del 24/06/2013
Con gli Eroi dei
Due Mondi, che vengono alla ribalta dal nulla d’improvviso, le cronache sono
sempre generose d’attenzione, senza lesinare la diffidenza. E, in effetti,
Edward Snowden, l’ex consulente Cia che si sottrae alla giustizia degli Usa,
dopo avere fatto filtrare notizie devastanti sulle intercettazioni operate
dagli Stati Uniti sulle comunicazioni elettroniche di mezzo pianeta, sceglie
per la sua fuga un percorso da Guerra Fredda: dalle Hawaii a Hong-Kong e ieri a
Mosca, dove sarebbe in transito per Caracas via La Avana.
Destinazione
finale, pare certo, Quito, Ecuador, dove la domanda d’asilo sarebbe già stata
ricevuta. Dopo avere accolto sotto la propria protezione Julian Assange, il
biondino di Wikileaks, rifugiatosi il 9 giugno 2012 nell’ambasciata di Londra,
l’Ecuador starebbe per dare accoglienza a Snowden, divenendo porto franco degli
auto-proclamati Robin Hood della cyber-intelligence del XXI Secolo. Ma la
vicenda è ancora aperta e la sorte di Snowden è lungi dall’essere sicura.
Il volo Aeroflot
SU213 proveniente da Hong-Kong è atterrato a Mosca poco dopo le 17.00 locali,
le 15.00 italiane. A bordo, erano registrati come passeggeri in economica
Snowden e una specialista di Wikileaks, Sarah Harrison. All’arrivo, Snowden
–riferiscono cronisti dall’aeroporto- “è evaporato”: non era fra i passeggeri
che hanno passato il controllo dei passaporti al terminal F dello scalo russo.
Alcuni
viaggiatori hanno riferito che una vettura era ferma accanto all’aereo e che
dei bagagli vi sono stati caricati direttamente dalla stiva: se Snowden si
fosse allontanato in tal modo, parrebbe certo che l’uomo non gode solo dell’appoggio
di Wikileaks, ma conta su complicità internazionali, dopo che le sue
rivelazioni hanno indubbiamente indebolito la posizione americana alla vigilia,
rispettivamente, di incontri chiave del presidente Obama con leader cinesi e
russi.
Altri testimoni
riferiscono d’avere visto una vettura diplomatica con bandiera ecuadoriana
davanti al terminal, accompagnata da una vettura del tipo in uso ai servizi
segreti. La tv pubblica russa Rossia 24 sostiene che Snowden doveva passare la
notte in un’ambasciata sud-americana, mentre fonti aeroportuali citate
dall’agenzia Interfax dicono che l’ex analista sarebbe nella zona di transito,
in attesa del volo a destinazione di Cuba.
Wikileaks ha
spiegato, in un comunicato, che il giovane americano, incriminato per spionaggio
dalla giustizia Usa, viaggiava “verso uno Stato democratico, seguendo una rotta
sicura, per trovarvi asilo”. E ha aggiunto che Snowden è accompagnato da
diplomatici, senza dire di quale Paese, e consulenti giuridici. Se fosse
necessario, ha già trovato un difensore d’eccezione: l’ex giudice spagnolo
anti-corruzione Baltasar Garzon, che già assiste Assange.
Gli Stati Uniti
avevano sollecitato, nei giorni scorsi, a Hong-Kong l’estradizione di Snowden,
rifugiatosi lì il 20 maggio dopo avere abbandonato il suo domicilio alle
Hawaii. Per tutta risposta, ieri mattina le autorità dell’ex colonia
britannica, ora territorio autonomo cinese, confermavano l’avvenuta partenza di
Snowden “di sua volontà”. Secondo Honk-Kong, le informazioni ricevute dagli Stati
Uniti non giustificavano l’arresto del giovane, che negli Usa rischia
trent’anni di carcere. Gli inquirenti americani non mollano la presa: intendono
braccarlo ovunque trovi rifugio.
E prima di
lasciare Hong-Kong Snowden ha fatto sapere alla stampa locale che la Nsa Usa
intercetta “milioni di sms” sui cellulari cinesi, dando modo a Pechino di
reagire con virulenza, bollando gli Stati Uniti come “i peggiori farabutti del
nostro tempo”. Al Guardian, poi, ha offerto l’ennesima chicca anti-britannica.
L’annuncio che
il volo dell’ex analista era diretto a Mosca faceva scalpore e suscitava
interrogativi: pare che il percorso di Snowden possa toccare tutti Paesi che
hanno al momento rapporti conflittuali, o almeno di diffidenza, con gli Stati
Uniti. La Russia, le cui relazioni con gli Stati Uniti hanno recentemente
ritrovato toni da Guerra Fredda, aveva già detto che avrebbe esaminato una
domanda di asilo politico dell’americano, che, dopo avere pensato all’Islanda,
ha finalmente scelto come paese d’accoglienza l’Ecuador che ha già dato rifugio
ad Assange.
Il Cremlino si
dice all’oscuro della destinazione di Snowden, ma il suo nome figura fra i
passeggeri del volo Aeroflot SU150 che dovrebbe decollare oggi poco dopo le
14.00 locali, le 12.00 italiane per l’Avana. Lì, l’ex analista dovrebbe
prendere una corrispondenza locale per Caracas. Tutte informazioni non
confermate ufficialmente.
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