Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 06/06/2013
Qualche volta,
si pentono. Magari nel segreto dei loro confessionali, che sono i documenti
interni destinati a restare “strettamente confidenziali”. Ma i sacerdoti
dell’economia se n’infischiano, quando fa loro comodo, di rispettare il segreto
della confessione. E, così, il Wall Street Journal può spiattellare ai suoi
lettori l’ammissione del Fondo Monetario Internazionale che sono stati compiuti
“errori” nel salvataggio della Grecia.
In un documento interno e –appunto- “strettamente confidenziale”, l’Fmi dice di avere sottostimato i danni derivanti all'economia greca dalla terapia del rigore; ma aggiunge che la risposta alla crisi, coordinata con l’Unione europea, ha comunque consentito alla Grecia di superare il momento più critico e di restare nell'euro.
In un documento interno e –appunto- “strettamente confidenziale”, l’Fmi dice di avere sottostimato i danni derivanti all'economia greca dalla terapia del rigore; ma aggiunge che la risposta alla crisi, coordinata con l’Unione europea, ha comunque consentito alla Grecia di superare il momento più critico e di restare nell'euro.
Insomma, i medici al capezzale di Atene hanno rischiato di uccidere il malato volendolo guarire, non valutando bene le dosi di medicina che gli stavano somministrando; ma il malato ce l’ha ugualmente fatta e, ora, sta meglio.
L’ammissione dell’Fmi non desta soverchia sorpresa, dopo che, nell’Ue, molte voci pure autorevoli hanno denunciato gli eccessi di rigore imposti ai Paesi in crisi, aggravandone la situazione sociale e destando nell'opinione pubblica reazioni euro-scettiche. Ma il pentimento dell’Fondo, che ha sede a Washington e che, delle istituzioni finanziarie internazionali, è quella più ancorata a una visione dell’economia e della finanza capitalista e liberista, colpisce più dei ripensamenti dell’Ue, per sua natura europea più incline al buonismo e al tentennamento.
Ma un conto sono i documenti “strettamente confidenziali” e un conto le dichiarazioni pubbliche. Ancora ieri, il direttore generale dell’Fmi Christine Lagarde affermava che la Grecia non deve allentare gli sforzi di consolidamento delle finanze pubbliche, se vuole cogliere i frutti dei sacrifici. La Lagarde rispondeva alla richiesta di Atene di linee di credito nuove: "Ci sono sviluppi positivi, ma c'e' ancora molto da fare sui fronti delle entrate, dell'indipendenza dell'amministrazione fiscale e delle riforme di mercato". Certamente, il documento segreto dei suoi servizi è giunto alla redazione del WSJ prima che sulla sua scrivania.
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