Scritto per Il Fatto Quotidiano del 26/06/2013
Chissà se Edward Snowden l’ha mai visto The
Terminal , un film del 2004 di Steven Spielberg. Tom Hanks vi interpreta
un viaggiatore intrappolato in transito in un aeroporto di New York: non ha i
documenti in ordine per entrare negli Usa e non può tornare a casa a causa di
una rivoluzione. Ci sarebbe da farne un dramma, se tutto
non finisse bene. Ispirato alla
storia vera di Mehran Karimi Nasseri, che passò 17 anni, dal 1988 al 2006, nel
Terminal I del Charles de Gaulle di Parigi, il film di Spielberg precorre la vicenda della
talpa del Datagate.
Perché, da ieri, non
c’è più dubbio: Snowden, ex analista dell’intelligence americana, è da domenica
nell’area transiti dell’aeroporto Sheremetyevo, a Mosca, dove dispone del
comfort di un hotel. E’ stato il presidente russo Vladimir Putin in persona a
dissipare l’incertezza: la talpa è lì e la Russia non intende estradarla
perché, per quanto la riguarda, non ha compiuto nessun reato; e, fin quando
resta lì, non ha bisogno di visto né deve mostrare documenti. La Casa Bianca
replica: la richiesta d’estradizione è fondata, i russi lo espellano subito.
Mosca insiste di non
avere brigato perché Snowden arrivasse: “Era totalmente inatteso”, sostiene
Putin, per quanto sia strano che l’Aeroflot abbia accettato a bordo un
cittadino americano privato del passaporto. E la meta finale attribuita alla talpa,
l’Ecuador, appare, ora, molto lontana. Wikileaks ipotizza che Snowden resti
dov’è per sempre, proprio come Hanks o Nasseri.
In visita a Turku in
Finlandia, Putin pare quasi infastidito dalla vicenda Snowden: l’ex analista “è
un uomo libero” dice, ma –aggiunge- “più in fretta sceglierà la sua
destinazione finale, meglio sarà per noi e per lui”. Il presidente esclude,
però, misure coercitive: la Russia non ha, del resto, accordi d’estradizione
con gli Usa, che vorrebbero processare l’ex analista per spionaggio.
L’americano è la fonte
d’una cascata di rivelazioni sulle intercettazioni da parte dell’intelligence
Usa di telefonate e mail negli Stati Uniti e all’estero. E la tempistica delle
fughe di notizie ha inciso sulle relazioni di Washington con la Cina e con la
Russia. Lasciate le Hawaii, Snowden compare
il 20 maggio a Hong-Kong: nasconde i cell in frigo e teme che gli
portino via il computer. Parte per Mosca domenica 23, in modo quasi
precipitoso, dopo una cena di compleanno per i suoi 30 anni a base di pizza, salsicce, pollo e pepsi e dopo che il suo
avvocato era stato incoraggiato a farlo andare via dalle autorità locali.
Per la diplomazia
americana, è “molto deludente” che l’ex analista abbia viaggiato senza intoppi.
Cina e Russia respingono ogni addebito: quelle americane sono “accuse senza
fondamento”, afferma il ministero degli esteri cinese. E Putin giudica “i
rimproveri contro la Russia deliri e sciocchezze”. I servizi segreti russi non lavorano con Snowden né lo starebbero ora
interrogando.
La vicenda alza la tensione tra Usa Russia mentre i due Paesi non trovano l’intesa su una soluzione al conflitto in Siria. Per ora, l’incontro la prossima settimana nel Brunei tra i ministri degli esteri Lavrov e Kerry è confermato. Ma ieri i colloqui preliminari della conferenza di pace internazionale sulla Siria si sono chiusi senza intesa a Ginevra e un prossimo round non è stato fissato.
La vicenda alza la tensione tra Usa Russia mentre i due Paesi non trovano l’intesa su una soluzione al conflitto in Siria. Per ora, l’incontro la prossima settimana nel Brunei tra i ministri degli esteri Lavrov e Kerry è confermato. Ma ieri i colloqui preliminari della conferenza di pace internazionale sulla Siria si sono chiusi senza intesa a Ginevra e un prossimo round non è stato fissato.
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