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sabato 8 giugno 2013

Usa: 'Grande Fratello' Obama, Prism ne demolisce la credibilità

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 08/06/2013

Messo alle corde dal Datagate, Barack Obama tenta la sortita di fronte all'opinione pubblica. Lui - assicura - è impegnato a garantire la sicurezza degli americani, ma pure la privacy. E la raccolta di dati mostruosa, telefonate, mail, transazioni finanziarie e quant'altro, ha come unico obiettivo prevenire il terrorismo: “nessuno ascolta o legge le comunicazioni”. E ancora: il programma è legale e “limitato” –chissà che cosa sarebbe, se non lo fosse-; ed ha –questo è vero- appoggio pieno e bipartisan nel Congresso degli Stati Uniti. Solo i ‘falchi’ e le ‘colombe’ dei due schieramenti criticano il presidente.

Del resto, i repubblicani non possono certo attaccare Obama su questo punto: il ‘grande fratello’ è un lascito della guerra al terrorismo come l’intendeva l’Amministrazione Bush, prima la sicurezza, poi – eventualmente -  il rispetto dei diritti dell’uomo. Il programma Prism è noto a ogni senatore e deputato ed è stato autorizzato più volte dal 2007 con sostegno bipartisan: così il presidente risponde a domande sull'attività di raccolta di informazioni sulle reti telefoniche e sul web da parte dell'intelligence.

Già. Ma Obama, almeno il candidato messianico della campagna 2008, così diverso dal primo nero alla Casa Bianca di questi ultimi quattro anni e mezzo, aveva promesso di fare tutto il contrario del suo predecessore. E, invece, eccoci qui, con la prigione della vergogna di Guantanamo ancora aperta, il soldato Manning davanti alla Corte marziale per le rivelazioni di Wikileaks e i cittadini sotto ascolto.

Il New York Times, che subisce gli scoop della concorrenza, prende la guida dei liberal delusi: “Obama ha perso ogni credibilità”, scrive. E l’Huffingon Post titola “George W. Obama”. Mentre chi difende il presidente lo imbarazza: Karl Rove, lo stratega di Bush, afferma che Prism ha evitato un nuovo 11 Settembre.

Lo scandalo è esploso e s’è gonfiato in tempi rapidissimi, dopo che una 'gola profonda' ha parlato con il Guardian e con il Washington Post, il giornale del Watergate, mentre l’Amministrazione era già impegnata in una guerra sui leaks che mette nei guai il ministro della Giustizia Eric Holder e lambisce il presidente. E la vicenda getta un’ombra sul vertice Usa-Cina e indebolisce Obama, al primo contatto col nuovo leader di Pechino Xi Jinping. Vagli a parlare –adesso- di libertà sul web, o di spionaggio industriale, in quello che è subito diventato ‘il vertice degli spioni’.

L'identità della fonte è ovviamente top secret: il quotidiano che per decenni ha protetto l'anonimato di William Mark Felt, la 'Deep Throat' di Bob Woodward e Carl Bernstein, non intende divulgarla. Il New York Times suggerisce che la 'talpa' sia altolocata nella comunità dell’intelligence. Lo fa pensare l’escalation delle rivelazioni: lo scoop dell'attivista-blogger Glenn Greenwald sul Guardian sullo spionaggio sulle linee Verizon; e subito dopo quello a tutto web su Prism, la rete di spionaggio sui principali provider di servizi online, Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, AOL, Skype, YouTube, Apple. Altro che il fantomatico Echelon.

A spingere un funzionario dell’intelligence a dare al WP le diapositive di un power point su Prism è stata "l’esperienza di prima mano dei sistemi di sorveglianza e l’orrore di quel che riescono a fare". "Possono letteralmente vederti mentre scrivi": la frase da brivido spiega perché la fonte denuncia quella che a suo avviso, e secondo molti commentatori, è una "enorme" invasione della privacy.

A caldo, il direttore dell'intelligence James Clapper condanna la fuga di notizie e bolla le rivelazioni come "piene di errori". E l’Amministrazione insiste che Prism, riguarda solo i non americani –il che desta la preoccupazione pure dell’Ue, che sobbalza e chiede spiegazioni-. Ma da Londra si apprende che il programma è stato usato anche dalla sicurezza britannica: ciascuno spiava gli altri e, alla fine, tutti erano spiati.

Al centro della bufera, la National Security Agency (Nsa), come la più segreta delle agenzie d’intelligence Usa -persino il suo budget è classificato-.  La sua missione primaria è raccogliere e analizzare dati elettronici, ma deve pure studiare barriere digitali per proteggere i pc pubblici e realizzare armi per il cyberspazio.

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