Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/11/2010
Trasformare le tragedie in farse: l’Italia, che di drammi ne vive un sacco, spesso reali, talora un po’ ‘teatralizzati’, ci riesce di continuo, per il sorriso un po’ irridente della stampa estera. Ieri i casi si sprecavano, a cominciare dallo sport : il harakiri della Ferrari si presta da solo alle peggiori ironie, ma il ministro Calderoli ci mette del suo con la richiesta di dimissioni di Luca di Montezemolo, ispirata più dall’antipatia politica per il presidente della Ferrari che dalla passione per le ‘rosse’ -fossero verdi i bolidi di Maranello, lo si capirebbe-. I giornali spagnoli, che non hanno più lacrime per piangere il ‘povero’ Alonso buggerato dalla sua squadra, trovano nella sortita leghista il conforto d’una sonora risata collettiva (El Pais , El Mundo, Abc e tutti quanti). Poi c’erano i seguiti senza fine del crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei, con le unghiate del Times (l’Italia canta, mentre Roma crolla), di Le Monde (Pompei sprofonda, simbolo di un'Italia in stato di catastrofe culturale) e di El Pais. Un salvagente all’Italia lo lancia, sul Telegraph, la storica inglese Mary Beard: alla domanda "Chi pagherà per Pompei?", la Beard replica che la manutenzione di siti del genere è troppo costosa per un solo Paese. Dunque, l’Italia da sola non puo’ farcela. Il degrado investe pure glorie culturali recenti: l’Independent dà l’addio al Gran Hotel Rimini, perchè –spiega- «la crisi fa chiudere l’hotel dove Fellini visse la dolce vita». In realtà, lui visse li’ da ‘vitellone’. Ma vai a spiegare la differenza agli inglesi.
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