Scritto per Il Fatto Quotidiano del 26/11/2010
Com'e' la Svizzera?, chiesero i galli del villaggio degli irriducibili a Obelix, che tornava con Asterix da un'avventura in Helvetia. E lui, sbronzo dall'inizio alla fine dell'album, rispose 'Piatta': un'appendice nordica della Padania romana allora e leghista oggi.
Tonto o profetico, Obelix? A parte che la Confederazione, stretta fra i suoi monti, non e' mai stata facile per gli stranieri, giudicate voi come stanno ora le cose: domenica gli svizzeri decideranno con un referendum se inasprire le norme sulle espulsioni degli stranieri che delinquono: un'iniziativa della destra populista -quell'Udc che e' la maggiore formazione politica elvetica-. L'esito della consultazione, che cade a un anno esatto dal no ai minareti nella Confederazione e che e' abbinato a un referendum per una soglia d'imposta minima sugli alti redditi, e' incerto.
Il voto degli svizzeri si colloca nella scia dell'avanzata in Europa di razzismo e xenefobia, testimoniata dalle elezioni in Olanda e in Ungheria, in Svezia e in Grecia, cioe' in tutti gli angoli del Vecchio Continente, che la storia dovrebbe avere vaccinato da certi virus. E, invece, la crisi li risveglia.
Di per se', la pratica dell'espulsione dello straniero che delinque e' abbastanza diffusa, anche nell'Ue, ovviamente soprattutto nei confronti degli extra-comunitari (ma non solo: basta pensare ai rimpatri 'volontari' di rom romeni da parte francese). Misure in qualche modo analoghe esistono gia' in tutti i Paesi nordici, in Germania e anche in Grecia. L'Olanda, in attesa che gli xenofobi che condizionano il governo facciano sentire il loro peso, applica una sorta di piano inclinato: da più tempo lo straniero risiede nel Paese, più grave deve essere il delitto per condurre all'espulsione. La Francia di Sarkozy progetta, addirittura, di privare della cittadinanza quegli stranieri 'naturalizzati' che si macchiano di colpe gravissime, come l'uccisione di un poliziotto -una misura che suona incostituzionale.
L'applicazione delle nuove norme in Svizzera, se saranno approvate, potrebbe pero' rivelarsi molto spinosa, perche' li' tutti gli stranieri sono stranieri allo stesso modo, perche' la Confederazione non fa parte dell'Unione europea, anche se ha con essa accordi particolari, ad esempio sulla liberta' di circolazione.
Tra il referendum di domenica e quello contro i minareti, passato con oltre il 47 pc dei voti, i punti in comune sono molti: i promotori sono gli stessi, quelli dell'Udc, un partito che basa il suoi successo su temi come il freno all'immigrazione e il no all'ingresso della Svizzera nell'Ue. Oggi come un anno fa, l'iniziativa popolare, che e' un po' un motore della democrazia elvetica, e' osteggiata dal governo e dalla maggioranza del Parlamento, che la giudicano eccessiva.
Rispetto a un anno fa, pero', questa volta l'esecutivo e la maggioranza che lo sorregge hanno approvato un loro controprogetto: un testo che affronta lo stesso problema, dando pero' risposte diverse. Saranno sufficienti per i campioni della democrazia diretta? Lo si sapra' domenica pomeriggio.
L'Udc propone che "gli stranieri perdano il diritto di dimora in Svizzera e ogni diritto di soggiorno se sono stati condannati per tutta una serie di reati particolarmente violenti. L'espulsione e' pure prevista in caso di frode allo Stato. Il controprogetto punta come criterio per l'espulsione sulla gravita' della colpa e distingue tra lo straniero radicato nel Paese e quello appena giuntovi. In Svizzera, su 7,7 milioni di abitanti, gli stranieri, fra cui molti italiani, sono oltre un quinto della popolazione, il 22 pc.
venerdì 26 novembre 2010
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