Scritto per Il Fatto Quotidiano del 02/11/2010
Mentre scorrono sui giornali di tutto il Mondo i titoli di un’Italia da Ziegfeld Follies –e speriamo siano quelli di coda-, il ‘j’accuse’ di Emma Marcegaglia, che denuncia un Paese senza guida verso la ripresa, trova echi attenti soprattutto sulla stampa economica. E c’è chi avanza l’ipotesi, smentita, di uno slittamento, per ragioni d’inopportunità, del prossimo vertice italo-tedesco, il 12 gennaio. Rispetto alla sortita della Marcegaglia, c’è chi aveva addirittura giocato d’anticipo, lungo il filone del Paese per vecchi e dei giovani dal futuro negato. Il Times di Londra analizza il fenomeno senza paragoni degli italiani “impantanati” nell’inattività, “senza lavoro e senza speranza”: non figurano fra i disoccupati, e quindi non ne appesantiscono le statistiche, ma solo perché si sono arresi; e sono tanti, più che mai, un record, figli della “peggiore recessione” vissuta dall’Italia dalla Seconda Guerra Mondiale. I dati sono quelli di Eurostat, nulla di inedito: è “inattivo” più di un italiano su tre tra i 15 e i 64 anni, quasi il 50% in più della media europea; nel Sud, sono uno su due, moltissime donne (quasi due su tre al Sud), tanti giovani. Gli ‘ottimisti’ fanno spallucce: mica vero, gente che lavora in nero. Viva il sommerso: tra un sesto e un quinto dell’economia, pura evasione fiscale. Poi, mancano i soldi per l’istruzione e gli ammortizzatori.
martedì 2 novembre 2010
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