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mercoledì 17 novembre 2010

Usa-Russia: mercante di morte estradato da Thailandia

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/11/2010

Un fastidioso granello di sabbia nelle relazioni Usa-Russia, che ogni tanto s’inceppano su storie da Guerra Fredda. Un po’ a sorpresa, e in gran fretta, dopo 30 mesi di tergiversazioni, la Thailandia ha estradato negli Stati Uniti il presunto trafficante d’armi russo Viktor Bout. Una saga diplomatica e giudiziaria trascinatasi per due anni e mezzo ha visto il proprio epilogo, almeno per il momento, a bordo di un jet noleggiato dalle autorità americane, con sei agenti a fare buona scorta alla loro preda.

Bout, un ex pilota militare sovietico, soprannominato ‘il mercante della morte’, era stato arrestato a Bangkok nel marzo 2008, dopo essere caduto nella trappola di agenti americani che s’erano finti emissari delle Farc, la guerriglia colombiana. Capace di parlare sei lingue, Bout ha usato almeno sei pseudonimi nella sua ‘carriera’ e ha ispirato il personaggio interpretato da Nicolas Cage nel film ‘Lord of War’ (Il Signore della Guerra).

Il presunto trafficante rischia una condanna all’ergastolo negli Stati Uniti, dove la giustizia lo accusa di avere utilizzato una flotta di aerei cargo per vendere e trasportare armi in Medio Oriente, in Africa e in America latina, senza troppo guardare per il sottile alle “buone cause” dei suoi clienti. Lui, pero’, sostiene che la sua attività di trasporto aereo era perfettamente legale.

E le autorità di Mosca lo appoggiano. Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov è sceso in campo in prima persona: “L’estradizione di Bout è una grave ingiustizia” e “la Russia continuerà a sostenerlo con ogni mezzo”. Proprio un altro scenario da guerra fredda, come lo scandalo delle spie esploso in primavera. Per il presidente americano Barack Obama, è allo stesso tempo un successo e un fastidio. Obama, dopo la sconfitta subita il 2 novembre nelle elezioni di midterm, cerca un riscatto sulla scena internazionale, ma la stagione dei vertici d’Autunno è stata finora deludente : il G20 di Seul e l’Apec di Yokohama, la scorsa settimana, sono stati poco più che festival di parole; e il Vertice atlantico di venerdi’ e sabato a Lisbona, che deve varare il nuovo concetto strategico atlantico, cosi’ come il Vertice USA-Ue di sabato, sempre nella capitale portoghese, non promettono scintille. Anzi, l’incidente di percorso con la Russia potrebbe gettare un’ombra sugli appuntamenti euro-atlantici.

Con l’estradizione, Bangkok ha fatto una scelta tra Washington, suo alleato storico e tuttora essenziale, e Mosca, partner commerciale di primo piano/ a sottolinearne l’importanza e la delicatezza, l’annuncio dell’avvenuta consegna agli Stati Uniti è stato fatto dal governo.

Tagiko di nascita, 43 anni, Viktor Bout è stato ufficiale dell'aeronautica e fors’anche –ma lui nega- agente del Kgb, prima di darsi agli affari (e al traffico delle armi, se l’accusa è fondata). Bout era stato arrestato nel marzo 2008 in un hotel di Bangkok, quando credeva di stare per concludere la vendita di missili e lanciagranate. Alto e massiccio, prima di perdere 30 chili nelle prigioni thailandesi, baffuto e camaleontico, è il prototipo del trafficante d’armi (se tutto quello che si racconta di lui è vero). Messosi in proprio nel caos dei primi anni della Russia post-comunista, quando era relativamente facile e poco costoso recuperare aerei e armi dagli arsenali sovietici, Bout avrebbe effettuato, negli ultimi 15 anni, consegne micidiali nelle guerre di mezzo mondo: pure in Afghanistan, senza fare distinguo fra talebani e Qaida, tutti buoni clienti.

Sfuggito alla caccia della Cia per anni, Bout sostiene di essere un uomo d’affari della logistica aerea e respinge tutte le accuse. Al momento dell’arresto, si sarebbe trovato in Thailandia “in vacanza”. Ma fin dagli Anni 90 Amnesty International lo indicava come capo di una flotta di oltre 50 aerei che consegnavano armi in Africa. E nel 2004, a causa del traffico di armi con la Liberia, venne inserito dagli Stati Uniti in una lista di uomini d'affari ‘banditi’. I quattro capi d'imputazione emessi contro di lui per attività terroristiche toccano solo una parte dei crimini attribuitigli, ma potrebbero bastare a valergli l'ergastolo.

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