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mercoledì 5 settembre 2012

Crisi: Monti-Holland, tre passi per salvare l'euro e l'Eurozona

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 05/09/2012

Un piano in tre fasi per salvare l’euro e rinsaldare l’Eurozona, da realizzare entro la fine dell’anno, passando attraverso i momenti decisionali dei Vertici europei di metà ottobre –Grecia- e di metà dicembre –Unione bancaria- ev evitando la trappola della sentenza della Corte costituzionale tedesca, il 12 settembre, sul fondo salva Stati permanente, l’Esm. A parlarne, è François Hollande, presidente francese, a Roma per un’amichevole pre-campionato con il premier Mario Monti: “Bisogna in primo luogo far applicare le decisioni del Consiglio europeo di fine giugno (cioè attuare lo scudo anti-spread, ndr); poi, risolvere i problemi di Grecia e Spagna; infine, realizzare l’Unione bancaria”.

La prima tappa potrebbe essere di fatto già completata domani, se il Consiglio direttivo della Bce darà via libero all’acquisto, sia pur condizionato, di titoli a breve dei Paesi in difficoltà per frenare gli spread. Ci sono Paesi –spiega Hollande- che scontano spread eccessivamente alti, anche se hanno applicato politiche di bilancio rigorose, come nel caso dell’Italia che “ha dato prova di serietà sul bilancio pubblico” (la Spagna un po’ meno, ma questo Hollande e il capo del governo di Madrid Rajoy se lo sono già detti a Madrid la settimana scorsa).

La seconda tappa potrebbe chiudersi a metà ottobre, dopo che la troika delle Istituzioni finanziarie, Ue, Bce, Fmi, avrà presentato il rapporto sulla Grecia, che programma sacrifici, ma chiede due anni in più per rimettere in ordine i bilanci (dal 2014 al 2016). “Molto dipenderà” da Atene, ma si capisce che, se fosse per Hollande e per Monti, la Grecia potrebbe dormire sonni quasi tranquilli: infatti, dice il presidente. se la troika certificherà una ritrovata credibilità ellenica, “allora sarebbe possibile immaginare un piano con più tempo per la Grecia, se ce ne fosse bisogno per mantenerla nell’euro”.

Per la terza tappa, bisognerà attendere fine anno: le proposte della Commissione europea sull’Unione bancaria saranno presentate la prossima settimana, ma ci vorrà probabilmente tempo per vagliarle e discuterle. Detto così, pare un gioco da ragazzi. Ma la crisi si supera davvero e soltanto ripristinando la fiducia; e quella verso l’Italia rischia di ricominciare a vacillare, nell’imminente clima elettorale –anzi, già ci siamo-. Hollande e Monti prendono la via europea: “Non dobbiamo avere dubbi sulla Eurozona … Dalla crisi, usciremo solo insieme, con l’Europa”. Ma Hollande, quella via, è sicuro di percorrerla per cinque anni; Monti per cinque mesi o poco più.

L’incontro romano è durato un paio d’ore: con i due leader, i ministri degli esteri, dell’economia e degli affari europei. Nelle dichiarazioni conclusive, attestati di armonia e unità: “Fin dall’elezione di Hollande -ha affermato Monti- ci siamo trovati in grande sinergia: vogliamo spingere l’Unione sulla strada di una maggiore crescita”. Di qui l’impegno ad applicare le conclusioni del Vertice della Crescita di giugno: “Fare i compiti a casa  –ha continuato Monti- è indispensabile, ma non basta. Occorre che, via via che i Paesi realizzano successi, ci sia un riconoscimento” da parte dell’Ue e dei mercati, affinché non persistano gravi ostacoli come spread ormai privi di riferimento all’andamento economico sottostante”.
Lo spread è il nemico da abbattere, con il concorso della Bce, che domani potrebbe passare all’azione o, almeno, mettersi in condizioni di farlo. Nell’attesa, borse ieri deboli, tranne Madrid, ma spread in calo a 428. Una giornata senza tensioni sui mercati, che lascia a Hollande e Monti modo e tempo di parlare della Tav Torino-Lione e di affermare la volontà di completarla. Anzi, nota il premier, il prossimo bilaterale si farà proprio a Lione, “segno concreto della volontà comune di dare completa realizzazione a quest’opera di alto interesse”. Mentre, sul fronte interno, Monti lancia un appello alle parti sociali: per rilanciare la produttività e la competitività e, quindi, l’occupazione, è necessario che imprese e sindacati  “acuiscano gli sforzi perché è il momento di agire insieme per creare lavoro”.
Vista da Roma, è una giornata di ordinario fervore europeo: parole più che fatti, ma parole che suonano giuste. Vista dalla Germania, è una giornata di dubbi e di ironie: per la stampa tedesca, Mario Draghi cammina su “uno strato di ghiaccio sottile”; e Angela Merkel è “andata fuori misura”. Sotto accusa, rispettivamente, le dichiarazioni del presidente della Bce al Parlamento europeo (sì all’acquisto di titoli a breve dei Paesi in difficoltà, no alla licenza bancaria all’Esm) e quelle della cancelliera a una festa della birra a Gillamoos nella Bassa Baviera ("i partner in difficoltà meritano solidarietà" e i mercati non agiscono, oggi, nell'interesse del popolo).
Le posizioni di Draghi suscitano più perplessità che consensi, anche se la Faz vi vede una marcia indietro rispetto alle ambizioni iniziali piuttosto che una sfida alla Bundesbank e alla Germania. Quelle della Merkel, invece, non sono prese troppo sul serio per il loro contesto: Spiegel Online titola "Birra, pollo fritto e crisi dell'euro" e spiega che nella Volksfest i leader politici si danno battaglia da una tenda all'altra con battute di spirito: "La cancelliera ci ha provato”, ma vi sono pochi luoghi al mondo dove essa "appaia così fuori posto".

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