Con lo spread che torna a salire e le borse di nuovo nervose
per l’incertezza sulla Spagna, il premier Mario Monti dice, dalla tribuna
dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che questa è la crisi più grave
che l’Unione europea abbia mai attraversato e che, per uscirne, serve più
integrazione, mentre le fughe nel populismo e nell’euro-scetticismo sono
controproducenti. E il Professore schiera l’Italia in prima linea sul doppio
fronte del rigore dei conti e delle politiche di crescita, anche come contributo
perché l’Europa sia “vitale”: “L’Italia non rischia più –dice poco dopo,
intervistato da una tv Usa- di essere la miccia che innesca una crisi del
debito nell’Unione”.
La situazione economica internazionale e il ruolo
dell'Italia nella nuova governance europea sono due dei temi forti del discorso
di Monti, che ha anche parlato delle sfide della Primavera araba, giunta a uno snodo
tra evoluzione democratica e involuzione integralista, e del Mediterraneo; e,
ancora, della legalità internazionale e della lotta al terrorismo, dell'impegno
nel peacekeeping –l’Italia ne è il principale protagonista, fra i Paesi
occidentali-, di sviluppo sostenibile e sicurezza dell’ambiente, dell'ormai annosa
questione della riforma del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (“Il Mondo ha
bisogno di Nazioni Unite forti, l’Italia è pronta” e assicura “pieno impegno”
su pace e cooperazione).
Con il suo intervento a 360 gradi, durato 20 minuti e
pronunciato in inglese, il premier conferma che la sua presenza alla settimana
d’apertura dell’Assemblea dell’Onu e i numerosi incontri bilaterali e contatti
previsti a margine "s’inseriscono nell'azione” del suo governo “per
favorire e migliorar la comprensione e la percezione dell'Italia" a
livello internazionale. Un Paese che, nell’area mediterranea, dice sì al
dialogo e non alla contrapposizione e che, su scala mondiale, difende i diritti
dell’uomo e ribadisce il no alla pena di morte; che auspica uno sblocco dello
stallo all’Onu sulla Siria e che invita l’Iran a rispettare le risoluzioni
della comunità internazionale e chiarire le proprie scelte nucleari.
Da quando è a New York, cioè da lunedì sera, il premier ha
incontrato il presidente americano Barack Obama e numerosi altri leader, spesso
accompagnato dal ministro degli esteri Giulio Terzi, ha dato interviste alla
Cnn e alla Pbs e ha cenato –ieri sera, al ristorante Le Cirque di Manhattan-
con il segretario al tesoro Usa Tim Geithner e con esponenti di spicco
dell’economia e della finanza americane. C’erano, tra gli altri, il finanziere
George Soros, il capo degli analisti di Moody’s Mark Zandi e il presidente
della Fed di New York William Dudley.
La cena "è andata bene ed è
stata interessante", ha detto Monti, al termine."Con Geithner abbiamo
parlato anche di Europa - ha riferito il premier -, ma poco". E, prima di
congedarsi dai giornalisti, il Professore ha raccontato un aneddoto: “Sapete con
chi ho fatto una foto? Jack Welch, uno dei più grandi amministratori delegati
americani, prima ancora di Bill Gates. Si ricordava di me, perché ero alla
Commissione europea quando gli bocciammo l'acquisizione d’Honeywell
International da parte di GE. E' stato il primo americano a dovere sperimentare
la giovane Europa".
Più che agli aspetti internazionale della missione Monti, in
Italia s’è però prestato attenzione, almeno finora, ai temi di politica
interna. Così, dell’intervista a Christiane Amanpour, della Cnn, l’impatto
maggiore l’hanno avuto le dichiarazioni sul fatto che lui non si candiderà nel
2013 e che Silvio Berlusconi ha “tutto il diritto” di ripresentarsi e
l’auspicio che la vita politica riprenda “con più maturità e responsabilità”. Sulla situazione economica, il premier ha ripetuto
che le misure adottate “possono aver appesantito la crescita”, ma ha pure rinnovato la fiducia che nel
2013 “arriverà la ripresa”.
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