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venerdì 28 settembre 2012

Onu/Usa: Monti a NY, una missione a doppia valenza

Scritto per EurActiv e, in versione diversa, L'Indro il 28/09/2012

E’ stata una missione ambivalente, quella compiuta dal premier italiano Mario Monti a New York, per l’apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite: una missione in cui dichiarazioni e incontri avevano tutti una doppia valenza, internazionale e interna. L’attenzione mediatica italiana s’è quasi tutta concentrata sui messaggi di Monti sul suo futuro politico, in bilico tra il “non mi candido, sono senatore a vita” e il “non corro, ma se serve al Paese ci sarò”: due battute che, a ben vedere, sono equivalenti, ma che sono state subito lette una come la smentita dell’altra.

Anche i media internazionali sono stati attenti al futuro del Professore: loro fanno il tifo perché Monti resti in quanto ritengono che la sua permanenza sia una garanzia per le scelte del governo che verrà dopo le elezioni. Ma hanno anche recepito i messaggi tranquillizzanti sul fatto che l’Italia non rischia più d’infiammare la crisi del debito nell’Eurozona, dove –parola del premier- la Spagna sta facendo molto e da dove la Grecia non uscirà.

Nella settimana lavorativa newyorkese, il premier ha pronunciato, mercoledì, il discorso ufficiale dalla tribuna dell’Onu, ha incontrato il presidente statunitense Barack Obama e, con il ministro degli esteri Giulio Terzi, numerosi altri leader, ha dialogato con esponenti della finanza Usa, fra cui il ministro del Tesoro Tim Geithner, e con ‘opinion makers’, ha rilasciato diverse interviste. All’estero, suscitano allarme i propositi di rinuncia, non quelli di conferma; in Italia, i primi vengono digeriti molto meglio dei secondi dalle forze politiche tradizionali ed emergenti, tutte ansiose di occupare uno spazio di potere che ritengono loro sottratto.

Agli interlocutori internazionali, il premier ha ripetuto che l’Italia ha un potenziale di crescita importante e non sfruttato, che intende portare avanti politiche rigorose per ridurre il peso del debito  e che l’euro è irreversibile. E, di fronte alle sollecitazioni dell’America all’Europa, perché acceleri la crescita, ha risposto con parole di apprezzamento per gli Stati Uniti del presidente Obama, ma anche con l’invito agli Usa perché anch’essi facciano il massimo per la crescita.

Monti ha giudicato “palpabile” l’interesse riscontrato per l’Italia e l’Unione ed ha confermato che gli Stati Uniti apprezzano il ruolo dell’Italia in Europa. Gli ultimi impegni nella Grande Mela sono stati dedicati alla riforma dell’Onu e, in particolare, del Consiglio di Sicurezza: uno sforzo cui l’Italia partecipa da quasi vent’anni, ma che non è ancora approdato a risultati.

Il premier ha cercato di stemperare stereotipi e preconcetti che, spesso, fanno velo alla credibilità del Paese e ha pure annunciato, a testimonianza della fiducia verso l’Italia, che, con l’adesione dell’Indonesia, sono cento i Paesi che hanno già deciso di partecipare all’Expo 2015 di Milano. Quanto agli italiani, li ha giudicati “comprensivi” davanti a misure “sgradevoli e aspre”, ma ha pure auspicato che rispettino “il dovere di pagare le tasse come rispettano il divieto di fumo”.

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