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giovedì 9 luglio 2015

Grecia/Ue: Atene manda a Bruxelles piano riforme, Merkel “niente sforbiciate"

Scritto per La Presse lo 09/07/2015

Il governo greco perfeziona il pacchetto di riforme e lo trasmette ai partner dell’Ue, mentre le istituzioni e i governi europee continuano a mandare segnali intermittenti ad Atene, disponibilità, ma anche fermezza. Da Sarajevo, la cancelliera tedesca Angela Merkel esclude “una sforbiciata” al debito greco. E il ministro delle Finanze tedesco Wolfgamg Schaeuble sollecita il nuovo collega greco Euclides Tsakalotos a “guadagnarsi la fiducia dei partner” facendo le riforme, mentre il ministro francese Michel Sapin sottolinea l’importanza dell’intesa fra Francia e Germania motore dell’Unione.

Da Washington, l’Fmi colloca la crisi greca nel contesto di un rallentamento della crescita dell’economia mondiale, mentre la ZonaEuro rispetta le previsioni, ed incoraggia l’Ue a intervenire per evitare il contagio. L’Ocse avverte che la ripresa in Italia è timida, ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che riferisce in Parlamento, non teme l’effetto Grecia e ricorda che l’economia è più solida che nel 2012, anche se l’Italia  resta maglia nera della crescita nella ZonaEuro – Grecia esclusa- e maglia nera per infrazioni e inadempienze nell’Ue –alla pari con la Grecia-.

Secondo indiscrezioni di stampa, il pacchetto di riforme allestito dalla Grecia vale 12 miliardi, scaglionati su due anni, per ottenere in cambio un terzo piano di aiuti da 43 miliardi. La cifra di tagli e risparmi è del 50% superiore agli 8 miliardi precedentemente stimati. Atene vuole però evitare che il pacchetto abbia effetti recessivi: secondo alcuni calcoli, la stretta imposta in questi giorni alle finanze greche farà sì che, a fine anno, l’economia greca, invece di crescere dello 0,5%, perda il 3%.

Il piano di riforme greco è pervenuto a Bruxelles prima della mezzanotte. Il governo Tsipras si dichiara, come sempre, fiducioso di arrivare a un accordo nelle riunioni a Bruxelles nel fine settimana, prima –sabato- un incontro dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo, poi –domenica- un Vertice dei capi di Stato e di governo dei 28.

L’intesa, se ci sarà, non sarà sottoposta a referendum, ma al voto del Parlamento, dove la coalizione tra Syriza, sinistra radicale, e i nazionalisti dispone di una comoda maggioranza, anche se le riforme suscitano malumori nell’ala più oltranzista del partito del premier Tsipras.

Ad Atene, le fonti di governo dicono: “Stiamo facendo il possibile per un accordo immediato che metta fine a questo ciclo di incertezza". Ma nelle istituzioni comunitarie nessuno pensa che sarà facile. Il presidente della Bce, Mario Draghi, in una conversazione con il Sole 24 Ore, avverte che “questa volta è davvero difficile”.

Le autorità greche hanno prolungato fino a lunedì 13 luglio la chiusura delle banche del Paese – e faranno due settimane di sportelli abbassati - ed hanno confermato il limite del prelievo di contante di 60 euro al giorno. A queste draconiane condizioni, "le banche greche hanno sufficiente liquidità nei bancomat fino a lunedì", assicura Louka Katseli, presidente dell'Associazione bancaria greca. Dopo? Se domenica ci sarà stata l’intesa, tutto tornerà presto normale. Ma se non ci sarà l’accordo, la Grecia entrerà in un territorio inesplorato.

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