Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 26/07/2015
I candidati repubblicani erano già una
dozzina, ex governatori, senatori e un ex senatori, un magnate e una dirigente
d’azienda e un neuro-chirurgo, tutti bianchi tranne un nero e tutti uomini
tranne una donna. Mancavano all'appello i governatori, che sono un asso nella
manica nelle presidenziali: nelle ultime dieci elezioni, dal 1976 ad oggi,
sette volte l’eletto era un ex governatore, Jimmy Carter della Georgia, Ronald
Reagan (due volte) della California, Bill Clinton (due volte) dell’Arkansas e
George W. Bush (due volte) del Texas. Solo il padre di Bush, George, e l’attuale
presidente Barack Obama sono arrivati alla Casa Bianca, negli ultimi quarant'anni,
senza mai essere stati governatori. Poi, i governatori repubblicani sono scesi
in lizza quasi quattro d’un colpo: John
Kasich dell’Ohio, 63 anni, il più inatteso; Scott Walker del Wisconsin, 47
anni; Bobby Jindal della Louisiana, 44 anni; e, primo della lista in ordine di
tempo, Chris Christie del New Jersey, 52 anni. Walker e Christie non saranno
delle meteore nella corsa, o almeno così si prevede; Kasich e Jindal non
partono né favoriti né popolari, al di fuori del loro Stato. Vediamo in breve
chi sono e come si sono presentati.
Christie, la speranza offuscata -
"Io intendo ciò che dico e dico ciò che intendo. E' esattamente ciò di cui
ha bisogno l'America": il governatore del New Jersey punta tutto
sull'immagine di politico senza peli sulla lingua, perché "Verità e
decisioni difficili oggi porteranno a crescita e opportunità domani", ha
detto, annunciando la sua candidatura alla Linvingstone High School, il suo
liceo. Poi, giù fendenti, contro i democratici ma anche i repubblicani.
Considerato una speranza repubblicana, Christie vide le sue quotazioni calare
vertiginosamente a inizio anno, dopo lo 'scandalo del ponte' che lo costrinse a
pubbliche scuse e a licenziare la vice-capo del suo staff, Bridget Anne Kelly,
che aveva tramato per danneggiare un avversario politico (il governatore era apparentemente
estraneo alle mene). Ora, Christie parte in campagna con lo slogan ‘Tell it
like it is’ –Di le cose come sono-, sostenendo che "entrambi i partiti
hanno fallito nel nostro Paese" e prendendosela con i "leader
litigiosi di Washington", ma soprattutto con "l'indecisione e la
debolezza della Stanza Ovale", occupata da un presidente - Barack Obama -
che vive "in un suo mondo, non nel nostro mondo". Per non parlare
della battistrada democratica, Hillary Clinton, "ufficiale in seconda di
Obama".
Jindal, l’indiano (non) d’America – I sondaggi non lo premiano: non gode d’un grande seguito nel
suo Stato e non ha una grande riconoscibilità nell’Unione. Lui cerca di guadagnarsi
attenzione con un linguaggio schietto e diretto e polemizzando con il favorito
alla nomination, Jeb Bush. Chiosando un’affermazione di Jeb, secondo cui un
candidato repubblicano doveva dimostrare coraggio, prendendosi il rischio di
perdere le primarie per vincere le elezioni, Jindal afferma: “Jeb dice che
dobbiamo essere in grado di perdere le primarie e di vincere le elezioni.
Stiamo per aiutarlo a farlo". Diventato nel 2007 il primo governatore di
origini indiane dell’Unione, Jindal ha fama di tecnocrate: "Ne abbiamo
abbastanza di chiacchieroni a Washington, è tempo per un uomo d'azione"; e
vuole accreditarsi come il candidato anti-establishment, che non ha nulla a che
vedere con "i politici egoisti". Cresciuto da genitori induisti e
convertitosi al cattolicesimo, Jindal ha l’appoggio dai conservatori cristiani,
ma, nel tempo, ha perso credito in Lousiana. "Penso che nessuno, qui, creda
che possa vincere" dice Roy Fletcher, un consulente politico repubblicano.
Jindall è un sostenitore della "libertà religiosa" e del diritto di
un cittadino di rifiutarsi, nell'ambito ad esempio della sua attività
commerciale, di servire un omosessuale, rifiutandosi di preparare una torta
nuziale.
Walker, un tweet per errore - Una problema
tecnico su twitter ha anticipato l'annuncio formale della candidatura del
governatore del Wisconsin: "Scott è sceso in capo. E tu? Entra oggi nella
nostra squadra" diceva l'annuncio uscito, 48 ore prima del previsto, sul
profilo di Walker, con sotto la sua foto e la scritta "Scott Walker corre
per la presidenza. Unisciti a lui". Il ‘cinguettio’ è stato rapidamente
rimosso, ma l’effetto sorpresa per il discorso a Waukesha, sobborgo di
Milwaukee, era ormai svanito. Il che nulla toglie al potenziale da protagonista
di Walker nella campagna. Salito alla ribalta delle cronache per le battaglie
contro il sindacato, il governatore ha seguito un copione tradizionale: introdotto
sul palco dalla moglie Tonette, sulle note di "Life is a highway" di
Rascal Flatts, ha reclamato l'esigenza di un outsider a Washington.
"Occorre una leadership che riesca ad ottenere risultati ed io - ha
rivendicato - ho lottato contro i sindacati e vinto". salito alla ribalta
delle cronache nazionali per le sue battaglie contro il sindacato, ha seguito
il tradizionale copione. Introdotto sul palco dalla moglie Tonette - sulle note
di ‘Life is a highway’ di Rascal Flatts -, ha affermato l'esigenza di un
outsider a Washington. "Occorre una leadership che riesca ad ottenere risultati
ed io ho lottato contro i sindacati e ho vinto … Serve una leadership con idee
grandi e coraggiose, come quella che abbiamo nel Wisconsin". Predicando
"la dignità che viene dal lavoro", Walker è contrario a ogni forma di
stato sociale e all'aumento della paga minima. "Washington misura il
proprio successo dal numero di persone che dipendono dal governo, mentre dobbiamo
fare proprio l'opposto, cioè misurare il successo da quanti non dipendono dal
governo". Walker sostiene la necessità di cancellare l'Obamacare, è a
favore dell'oleodotto Keystone, è contro l’accordo sul nucleare con l’Iran. "Il
mondo deve sapere che non c'é miglior amico o peggior nemico degli Stati Uniti
d'America”.
Kasich che non t’aspetti – La candidatura
del governatore dell’Ohio è stata una sorpresa: "Sono qui per chiedere le
vostre preghiere, il vostro supporto e i vostri sforzi perché ho deciso di
correre per la presidenza", ha detto il governatore di uno Stato spesso
decisivo nella corsa alla Casa Bianca, formalizzando la sua candidatura. Kasich
si presenta come un moderato, quasi un indipendente nell'affollato panorama repubblicano.
Nella suo agenda, consolidamento fiscale ma anche programmi a sostegno dei più
bisognosi. "Il sole sta sorgendo, ve lo assicuro: ho le capacità, ho
l'esperienza e sono preparato al più importante lavoro del mondo", ha
detto, ricordando di avere pure lavorato per Ronald Reagan quando era alla Casa
Bianca. Ma ripercorrerne l’ascesa gli sarà difficile. (fonti varie - gp)
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