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lunedì 13 luglio 2015

Ue: Eurogruppo, Dijsselbloem trasforma il 'canto del cigno' in acuto


-->Scritto per La Presse il 12/07/2015
Per il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, il negoziato, finora incompiuto, sulla Grecia potrebbe rappresentare il ’canto del cigno’ alla presidenza dell’Eurogruppo, perché domani dovrebbe avvenire l’elezione del suo successore, rinviata a giugno per non coincidere con la fase più delicata del negoziato greco –e, invece, se n’è tuttora nel mezzo-.

Dijsselbloem è candidato alla sua successione e ha come concorrente il ministro delle Finanze spagnolo Luis De Guindos. La partita è aperta, l’esito della corsa incerto -martedì 13, l'Eurogruppo ha poi confermato Dijsselbloem presidente, ndr-.

L’olandese Dijsselbloem, un socialista, succedette a Jean-Claude Juncker, primo e fino ad allora unico presidente dell’Eurogruppo, il 21 gennaio 2013. Fu una sorpresa, perché Dijsselbloem, 49 anni oggi, era appena divenuto ministro delle Finanze nel governo olandese formato da Mark Rutte, insediatosi nel novembre 2012: non era dunque il più esperto fra i ministri delle Finanze dei Paesi dell’euro, che formano l’Eurogruppo, per divenirne il leader e per assumere pure la presidenza, di lì a poco, del Consiglio dei Governatori del cosiddetto ‘fondo salva Stati’.

In due anni e mezzo, Dijsselbloem, pur socialista, s’è rivelato un custode della ‘linea del rigore’ tedesca dominante nell’Eurogruppo. Anche nelle ultime battute del negoziato greco, l’olandese, che giovedì era parso incline ad avallare le proposte del governo di Atene, ha rapidamente recuperato una posizione di prudenza e di diffidenza allineata con quella tedesca.

Che la scelta, domani, cada su di lui, o su De Guindos, poco cambierà, dal punto di vista della linea dell’Eurogruppo: il ministro dell’Economia spagnolo, 55 anni, è un economista di formazione, già entrato nel governo dal premier Aznar tra il 1996 e il 2004 e, dal dicembre del 2011, punto fermo del governo Rajoy.

Nella trattativa con la Grecia, De Guindos è stato più un ‘falco’ che un ‘mediterraneo’: “Di certo –ha detto ieri, all’inizio dei lavori-, il referendum greco non è stato positivo in termini di fiducia e credibilità". E ancora. "La proposta greca è solo una lista di azioni". Anche lui come Dijsselbloem, e come in fondo tutti, non vuole che si arrivi al Grexit ed anche lui aveva preso una deriva ‘pro accordo’ tra giovedì e venerdì, prima che Berlino irrigidisse la sua posizione.

Il nuovo presidente dell’Eurogruppo si insedierà il 21 luglio. La carica potrebbe acquisire ulteriore importanza nei prossimi mesi, in funzione di un rafforzamento della Governance dell’euro, della cui esigenza tutta la vicenda greca testimonia.  L’elezione di domani s’annuncia incerat. La Spagna chiede che la scelta sia “trasparente” e che ogni delegazione renda esplicito il proprio voto.

Il match fra Dijsselbloem e de Guindos è una rivincita di quello del 2013, quando, però, la candidatura del opolare era indebolita dal fatto che la Spagna era in una situazione di crisi ed era uno dei Paesi ‘sotto tutela’. Adesso, invece, de Guindos può presentarsi come il ‘padre’ del piano di riforme che ha consentito a Madrid di uscire dalla crisi ed avviarsi alla crescita.

La scelta avverrà a maggioranza semplice dei 19 votanti e il prescelto resterà in carica per due anni e mezzo. De Guindos ha dalla sua l’impegno della Germania a suo favore, ottenuto l’anno scorso, quando vennero attribuite le poltrone delle presidenze del Consiglio e della Commissione europei, oltre che del Parlamento di Strasburgo, e sta nella stessa ‘famiglia’ politica della cancelliera Merkel, i popolari.

Dijsselbloem, che secondo alcune stime avrebbe dalla sua più favori, è un socialista e, pur venendo da un Paese tradizionalmente ‘falco’ in politica economica, pare in posizione migliore per mediare sulla Grecia, mentre la Spagna ha un pregiudizio negativo nei confronti di Syriza per via del ruolo di Podemos. Insomma, partita aperta, come quella sulla Grecia.

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