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sabato 18 luglio 2015

Terrorismo: Usa; Chattanooga, l'incubo del 'lupo solitario', quando il killer è fra noi

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 18/07/2015

Finora, Chattanooga per gli italiani era solo l’improbabile parte dell’ancora più improbabile titolo d’una canzone, Chattanooga Choo Choo - noi diciamo Ciù Ciù -, registrata dalla Grande Orchestra di Glen Miller e divenuta la colonna sonora di Sun Valley Serenade, una di quelle commedie rosa con Sonja Henie di moda negli Usa nell’estate del 1941, pochi mesi prima di Pearl Habor. Poi, sarebbe stata guerra anche per l’America: Glen Miller, arruolatosi, morì, abbattuto sulla Manica, forse da fuoco amico, nel dicembre del ’44, mentre andava a dirigere il concerto per la liberazione di Parigi dai nazisti.

Dalla scorsa notte, Chattanooga, Tennessee, è entrata nella geografia del ‘terrorismo domestico’ degli Stati Uniti: l’ennesima ‘bandierina da strage’ sulla mappa dell’Unione, dove sono un’infinità, luoghi di lavoro, scuole, chiese, teatri, Neppure la scena è inedita: una base militare, come già avvenuto più volte in passato, anche dentro il blindatissimo Fort Hood a San Antonio in Texas; anche in un accampamento nel Kuwait fra le truppe che nel 2003 si preparavano a invadere l’Iraq.

Un ‘lupo solitario’, Mohammod Youssuf Abdulazeez, originario del Kuwait, ha ucciso 4 marines ed è stato a sua volta abbattuto, anche se le circostanze della sua morte non sono chiare. Il giovane, 24 anni, “ha agito da solo”, ha detto lo stesso presidente Barack Obama, che ha voluto essere informato sull’andamento delle indagini. Abdulazeez non era sotto la lente dell’Fbi, che in passato aveva invece indagato sul padre, nato in CisGiordania e sospettato d’appartenere a sigle terroristiche. Non è al momento emerso un collegamento tra la strage e la fine del Ramadan, che è stato di sangue dal Kuwait alla Tunisia passando dall’Egitto.

Secondo la polizia federale, non c’erano contatti tra il giovane musulmano omicida e gruppi terroristici internazionali, anche se si sa di un viaggio del giovane in Giordania l'anno scorso, quando avrebbe forse fatto tappa nello Yemen, dove molti neofiti del terrorismo vengono addestrati. Il procuratore federale Bill Killian si limita a parlare di “terrorismo domestica” e l'Fbi cerca d’individuare il movente. Su twitter, il sedicente Stato islamico inneggia alla sparatoria, ne posta immagini e minaccia altre azioni, ma non rivendica l’operato di Abdulazeez, che non avrebbe dunque agito seguendo direttive del Califfo.

Nelle stesse ore, una giuria del Colorado emetteva il verdetto contro James Holmes, che nel 2012, vestito da Joker, fece una strage in un cinema di Aurora, sobborgo di Denver, capitale dello Stato. Holmes è stato riconosciuto colpevole di omicidio di primo grado e rischia la pena di morte, che, nel Colorado, è stata inflitta una sola volta negli ultimi 38 anni-. Armato di tutto punto, Holmes, che allora aveva 24 anni, irruppe alla prima notturna di un film di Batman, uccise 12 persone e ne ferì altre 70.

Tutto questo nel giorno in cui, per la prima volta, un presidente Usa visitava un carcere federale. Obama ha scelto la prigione di El Reno, in Oklahoma, per denunciare la situazione “insostenibile” delle carceri statunitensi e per dire che bisogna dare una "seconda possibilità" ai detenuti. Obama è pure entrato in una delle celle e ha incontrato sei detenuti per reati di droga. "Sono giovani che hanno fatto errori non diversi da quelli che ho fatto anch'io", ha commentato il presidente, che fece uso di droghe da giovane: "La differenza è che loro non hanno avuto una struttura di sostegno, risorse per riscattare gli errori". Obama vuole riformare la giustizia e distinguere i criminali violenti dai giovani che provengono da famiglie disagiate e che vengono arrestati per reati di droga.

Non era questo il background del killer di Chattanooga, nato in Kuwait 24 anni fa e arrivato in Usa ancora bebè con la famiglia, subito dopo l'inizio della Guerra del Golfo. Cresciuto nell'ambiente della classe media musulmana e conservatrice, era cittadino americano ed era laureato in ingegneria elettronica. In una foto del liceo, appare senza barba con una didascalia da adolescente dell’America ‘post 11 Settembre’: "Il mio nome desta l'allarme sicurezza nazionale. E il tuo?". Di recente, nel suo blog, Abdulazeez aveva scritto che la cita è "corta e amara" e che i musulmani "non devono perdere l'occasione di sottomettersi ad Allah": un po’ poco per leggervi una premonizione dell’attacco letale di giovedì.

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