Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/01/2011
E’ davvero un momentaccio, per quelli ‘pappa e ciccia’ con il Cavaliere. Il tunisino Ben Ali cacciato dal suo Paese e spogliato dei propri beni dalla comunità internazionale (anche l’Ue s’appresta a bloccargli i beni) –ma intanto s’è capito che era un ‘amico del giaguaro’: stava nell’Internazionale socialista e Mr B può quindi fare il pilato. Il bielorusso Aleksander Lukashenko, dopo le elezioni di dicembre e la repressione dell’opposizione, sta per essere dichiarato ‘persona non grata’ dai 27, nonostante l’ammirazione dichiaratagli da Silvio nostro. L’albanese Sali Berisha, uno da vent’anni sempre dentro e fuori il potere, più o meno come Berlusconi in Italia, sull’orlo d’una crisi ancora indefinita: lui sempre pronto a scusare le cadute di stile del Cavaliere, di cui condivide il gusto per la teatralità dei gesti. Nella cerchia di satrapi, dittatori, oligarchi buoni amici di Mr B, tutti con l’aggravante della corruzione, se la passano bene, per ora, solo il libico Gheddafi e il russo Putin, perché Berlusconi stesso ha avuto –diciamocelo- momenti migliori.
Sali Berisha, 66 anni, fisico da attore tra Clark Gable e Harrison Ford, cardiologo, era fra i medici di Enver Oxha nell’epoca vetero-comunista, quando la maggiore attività economicaalbanese era la costruzione di una miriade di ‘bunker’ familiari, per ostacolare un’invasione che non sarebbe mai venuta. Prima della caduta del regime, alla fine del 1990, Berisha si scopre una vocazione anti-comunista, dopo essere stato responsabile della cellula del Partito del Lavoro nell’ospedale
di Tirana.
Le cose vanno in fretta: fonda il Partito democratico, diventa il leader del movimento di studenti e intellettuali contro l’ultimo governo comunista rimasto in Europa. Nel 1992, vince le elezioni; e, nel 1996, vince di nuovo. Sono gli anni dell’Italia come ‘Amerika’, dei gommoni e degli scafisti, della crisi e della miseria. Nel 1997, uno scandalo da catena di sant’Antonio finanziaria lo travolge: si torna alle urne e il suo rivale Fatos Nano, leader socialista, da lui fatto imprigionare con l’accusa di corruzione, lo batte e lo caccia dal potere.
L’esilio dura otto anni. Nel 2005, Berisha vince di nuovo: promette un governo dalle ‘mani pulite’, ma in realtà dove ci sono affari ha sempre le mani in pasta. Le comunali del 2007 vedono emergere il suo attuale rivale, il sindaco socialista di Tirana Edi Rama, 46 anni. Ma nelle politiche del 2009 vince ancora di misura, tra sospetti di brogli. Si apre una fase di tensioni mai sanate.
In Italia, Berisha è di casa. Quando lo riceve a Palazzo Chigi, un anno fa, il 12 febbraio, Berlusconi si propone come ‘pacificatore’ a Tirana, dove l’opposizione diserta il Parlamento; e ipotizza, scherzando, un’eccezione alla moratoria degli sbarchi per “le belle ragazze”. Mr B e “l’amico Sali” si fanno fotografare “con le giovani croniste”, tanto –dice il nostro- “si sa che io sono single”. Ci sono polemiche, ma Berisha assolve il “grande amico”: “Era solo un complimento alle graziose giornaliste giunte da Tirana”.
Berisha era a Roma anche il 15 dicembre, per celebrare l’abolizione dei visti per gli albanesi nell’area Schengen, uno dei suoi successi internazionali, con l’adesione dell’Albania alla Nato e l’avvio del percorso di adesione all’Ue. Ed era a Milano in settimana, per un Forum economico, mentre a Tirana covava la rivolta.
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