Scritto per Il Fatto Quotidiano del 18/01/2011
Nonostante tutto, ci sono pezzi, e personaggi, di questa Italia che all’estero piacciono, anche quando qui risultano controversi o divisori. La Fiat e Sergio Marchionne, già lo abbiamo visto una volta, appartengono alla mitologia dell’Italia che vale. Ma in fondo anche i metalmeccanici, i colletti blu, suscitano universale solidarietà, da Dearborn, Michigan, a Mirafiori , Torino, da Norma Rae a Susanna Camusso. Tutti i giovani della mia generazione, quella che ‘la classe operaia va in paradiso’, si ringalluzzivano a berci insieme un bicchiere di vino all’osteria. Ora che sono divenuti rari, una specie quasi in via di estinzione, è più difficile farlo. Ma la stampa estera, che ha ben seguito il referendum, celebra la vittoria di Marchionne e insieme il senso di responsabilità dei lavoratori del si’ e l’orgoglio di quelli del no. Nell’Italia che «merita di meglio», scrive FT in un editoriale, pensando alla politica nostrana e alle sue adiacenze, la Fiat e i metalmeccanici fanno bene la loro parte. Secondo Ft, il risultato del referendum «aumenta le speranze di dialogo» fra azienda e sindacati. E il principale giornale economico europeo nota che Marchionne, il ‘cattivo’ a Torino, è un ‘eroe’ a Detroit, perchè ha dato alla Chrysler una nuova vita. Il referendum a Mirafiori ha titoli e spazio sulla stampa americana (WSJ e Chicago Tribune puntano sul concetto di «si’ alla flessibilità»), ma anche in Europa l’attenzione è alta : Bbc ed El Pais, Le Monde e Les Echos, la stampa tedesca, spesso lungo il doppio binario, la forza di Marchionne e il coraggio degli operai.
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