Scritto per Il Fatto Quotidiano del 13/01/2011
Va bene il ‘politically correct’, va bene la tolleranza delle religioni altrui e persino l’apertura alle altrui divinità. Ma questa volta la Commissione europea ha esagerato (e ammette d’averlo fatto): ha dato il suo avallo alla distribuzione di 3,2 milioni di copie di un’agenda destinata agli studenti dell’Ue d’età compresa fra i 12 e i 16 anni, che annovera, nel calendario, le feste ebraiche e musulmane, indu e sikhs, ma dimentica quelle cristiane: niente Natale (la Pasqua c’è, solo perchè la festeggiano pure gli ebrei, anche se con un significato diverso). Di questi tempi di cristiani ‘perseguitati’ là dove non sono maggioranza, la cosa non poteva passare inosservata : pazienza che non ci siano i santi, che non usano più tanto, ma il Natale… A lanciare l’allarme sono stati due euro-deputati francesi del Partito popolare europeo, Philippe Juvin e Constance LeGrip, che hanno chiesto alla Commissione di «ritirare l’agenda» e ne hanno preteso delle scuse «in nome dei 2000 anni di storia dell’Europa dalle radici cristiane». E l’organizzazione degli Espiscopati dell’Ue non ha tardato a reagire contro «la strana omissione». La Commissione ha riconosciuto l’errore, se n’è scusata, ma non manderà al macero le agende costate 5 milioni di euro e ricche d’informazioni sull’Ue: «La prossima edizione sarà rivista», assicurano i portavoce, mentre il commissario responsabile, John Dalli, maltese, si rammarica dell’incoerenza e assicura che prenderà «immediatamente le misure necessarie». Immediatamente, cioè l’anno prossimo. Per quest’anno, niente Natale.
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