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mercoledì 5 gennaio 2011

Battisti: Brasile sempre amico, l'Ue tace, e l'Italia resta sola

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 05/01/2011

Contro il no del Brasile all’estradizione di Cesare Battisti, assassino e terrorista, l’Italia del Cavaliere getta il sasso della protesta in piazza, tutti insieme, maggioranza e opposizione, ma già ritira la mano e prepara la resa. Ignazio La Russa, ministro della difesa, uno degli ‘incendiari’ nelle dichiarazioni a caldo, ammette che «i rapporti con il Brasile potranno anche restare gli stessi»: la strategia dell’Italia è stata «vincente», la decisione del presidente Lula è stata tutta condizionata «dalla politica interna» e noi «mica rompiamo le relazioni diplomatiche». La Russa parla, poi va a manifestare: a Piazza Navona e altrove in Italia, da Bari a Milano, ministri e sostenitori del governo partecipano ai sit-in «contro lo Stato Canaglia» -il Brasile, non l’Iran, o la Libia-.

In realtà, l’Italia ha già misurato la sua solitudine internazionale, in questa battaglia, che pure è giusta, perchè Battisti sconti la pena dei suoi delitti (e, ancor più, se possibile, della mancanza di pentimento). Il ministro deegli esteri Franco Frattini prima ha ipotizzato la via della Corte dell’Aja, percorribile seguendo il tracciato dell’accordo di estradizione bilaterale; poi ha sondato, ricevendo ieri alla Farnesina gli ambasciatori in Brasile e presso l’Ue, «le ripercussioni del caso in ambito europeo».

La notizia arriva a Bruxelles durante il ‘rendez-vous de midi’, l’appuntamento quotidiano della Commissione europea con la stampa accreditata. Interrogato dai giornalisti, il portavoce di turno non esita a dichiarare: «La Commissione non ha competenza per esercitare pressioni sul Brasile, perchè l’Ue non ha un accordo d’estradizione con il Brasile ». E aggiunge: «E’ una questione strettamente bilaterale e, nel caso, spetta al Brasile decidere».

E a chi gli chiedeva delle mosse del ministro Frattini, il portavoce risponde di «non esserne al corrente». Ora, l’Italia ha già mostrato in passato di sapere essere arrogante con i portavoce della Commissione: Mr B, stufo di essere smentito, chiese che venisse loro tappata la bocca perché sono funzionari e non politici (come se le loro attendibilità e professionalità avessero qualcosa da invidiare a quelle dei Bonaiuti o Capezzone di casa nostra). E la Farnesina dimentica la sua vocazione diplomatica e accusa il portavoce, «presumibilmente di turno per il periodo festivo», quindi –è sottinteso- incompetente, di avere espresso «con superficialità» «la sua valutazione sulla natura meramente bilaterale» del ‘caso Battisti’. E, invece, «il caso é assai più complesso» e «non si esclude, nelle prossime ore, un’iniziativa europea promossa dall’Italia».

Quale forma essa possa avere non è ancora chiaro. Palazzo Chigi annuncia una conferenza stampa a Bruxelles, entro il mese, di Silvio Berlusconi, nell’ambito dell’attività del Ppe, il Partito popolare europeo. Ma questa non puo’ esaurire l’offensiva europea italiana.

Di fatto, l’Europa, su questa vicenda, ha finora taciuto e ha lasciato l’Italia sola. E qualche ragione d’irritazione e d’ironia la Farnesina ce l’ha: il portavoce kamikaze sarebbe forse stato più prudente, se l’annuncio di un’iniziativa fosse venuto da Parigi, o da Berlino, o anche da Londra. Ma la credibilità uno se la deve costruire: mica la puo’ pretendere da un giorno all’altro, solo perchè questa volta ha ragione da vendere.

A chiedere che l’Europa, se c’è, batta un colpo sul ‘caso Battisti’ sono state solo voci italiane: il più attivo è l’immarcescibile deputato europeo leghista Mario Borghezio. Ma non c’è stato finora un solo deputato europeo non italiano che sia intervenuto, o un solo commissario che si sia indignato, o un solo capo di Stato dei 27 che abbia espresso il suo sdegno. Eppure, ogni giorno, feste o non feste, le caselle delle mail dei giornalisti di Bruxelles si riempiono di prese di posizione sulle cause più disparate.

Certo, mettersi contro il Brasile richiede un certo coraggio e, magari, un certo spregio degli interessi economici. Ma possibile che tutti se ne stiano cosi’ allineati e coperti ?, possibile che nessuno si senta più vicino all’Italia che al Brasile? Dietro il silenzio, c’è la solitudine internazionale dell’Italia di Mr B. E poi chiediamocelo onestamente: che cosa avremmo fatto noi, governo, diplomazia, gente in piazza, se il Brasile avesse negato l’estradizione a un terrorista dell’Eta?, o della Raf?, o di Action Directe?

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