Scritto per Il Fatto Quotidiano del 11/01/2011
I misteri di Monna Lisa svelati, tutti (o quasi) in una volta da due quotidiani britannici attraverso i lavori di due studiosi italiani: chi era nella realtà la Gioconda del ritratto più enigmatico nella storia della pittura?, e lo sfondo in cui accenna il suo sorriso è immaginario o reale? Il Telegraph e il Daily Mail danno «risposte definitive» a questi secolari quesiti, grazie alle ricerche di Carla Glori, una storica dell’arte di Savona, e Silvano Vinceti, presidente del comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici e culturali. Ma la storia non finisce di certo qui, perchè gli stessi due quotidiani britannici citano altri studiosi che confutano le conclusioni della Glori e di Vinceti. Dunque, Monna Lisa era, o sarebbe stata, Bianca Giovanna Sforza, figlia di Ludovico il Moro (e non come altri pensano Lisa Gherardini, moglie di un commerciante di seta fiorentino); e lo sfondo del ritratto sarebbe la valle del Trebbia, a Bobbio, nel Piacentino, terra del Moro, con il Ponte Gobbo, o ‘del diavolo’, dalle caratteristiche arcate diseguali. Naturalmente, il tutto s’intreccia con simboli esoterici che sarebbero celati nel dipinto (ma che potrebbero, pero’, essere solo crepe nella pittura causate dal tempo), con le suggestioni religiose del ‘Codice da Vinci’ di Dan Brown e, se proprio vogliamo riempire la misura, con la dotta narrativa di Umberto Eco, la cui abbazia de Il Nome della Rosa, almeno nella ricostruzione cinematografica, domina proprio la Valle del Trebbia.
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